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MARIO BASIRICO'

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MARIO BASIRICO':

Nasce a Ribera (AG) il 2 Marzo 1952
Muore a Palermo il 24 Marzo 2016

Conseguita la maturità classica presso il Liceo Ximenes di Trapani, prosegue gli studi nella facoltà di Lettere dell'Università di Palermo, senza completarli. Appassionato cultore del mondo classico, dà alle stampe volumi di poesie, prose e lavori teatrali, che vengono messi in scena in occasione della presentazione di alcune pubblicazioni. Si definisce "un artigiano" (sono pregevoli alcuni lavori di ceramica e mosaico), ma sono numerosi gli studenti liceali che si affidano alle sue cure nello studio del Greco e del Latino. Colpito da un grave male, si spegne prematuramente all'Ospedale civico di Palermo. Il 15 Maggio 2016, nella Sala Conferenze del Molino Excelsior di Valderice, a cura dell'Associazione turistica Pro loco "Città di Valderice", viene presentato, postumo, il volume Dialoghi e Monologhi.
OPERE
Canti (raccolta di poesie), senza data

Pietre di vetro, 2010

Bozzetti scenici, 2011

Dialoghi e Monologhi, postumo, 2016

 
DICONO DI LUI
[…] Echi letterari aleggiano nelle pagine, dando talvolta profondità ai pensieri, talaltra ispessendoli. Ma c'è spazio anche per un divertimento letterario, una gradevole parodia del mondo cavalleresco, espressa in ottave, che evidenziano, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, la perizia versificatrice dell'autore ed alleggeriscono, con moduli galanti e cerimoniosi frammisti a sicilianismi italianizzati, la metafora dell'attore sulla scena in lotta con i suoi personali fantasmi. Esistono spiragli di speranza in questa personale Weltanschauung? Forse. E credo che siano, come già evidenziato in altre opere, gli affetti familiari, i sentimenti puri provati per le persone più vicine e più care, le affinità elettive, come diceva qualcuno, che si stabiliscono con i nostri pari, intendendo per parità la naturale condivisione di idee e sentimenti. L'intera opera è dedicata al fratello, a cui esplicitamente si fa riferimento in uno dei testi, implicitamente in altri, ma la dedica iniziale, soprattutto, esprime la profondità e l'inalterabilità di un legame che esiste e vive al di là e al di sopra dei limiti umani. Forse questa è la mèta agognata, un rapporto umano solidale e profondo, scevro da sovrastrutture e da orpelli, unico in grado d rendere conto e ragione del significato del vivere. Un rapporto durevole e duraturo che né il decadimento fisico né la dipartita terrena potranno interrompere o modificare, una "corrispondenza d'amorosi sensi" che troverà, prima o poi, la sua piena attuazione e la sua completa realizzazione su palcoscenici certamente più autentici e veritieri di quelli che solitamente siamo costretti a calcare nella nostra quotidiana ed inutile recita della vita.
Maria Amore Navetta
 
Queste parole non renderanno il dovuto lustro alla sua persona - ne sono consapevole -, ma nutro il desiderio profondo di trasmetterle la stima che ho costruito nei suoi confronti e maturato in questi anni. Quello che più ho ammirato in lei sono la sua autorevolezza e la sua chiarezza. La lucidità con cui esponeva i temi - in cui avvertivo una ricerca profonda e accurata -; la sua tensione affinché gli argomenti trattati riuscissero a stimolare interesse anche per le nostre vite di studenti in cerca di un punto di riferimento, di una boa. in cerca di domande e di risposte, sono state sorprendenti. Sorprendente anche l'ottimismo che trasmetteva le volte in cui chiedeva come fosse andato un compito e - dopo aver ricevuto come risposta che "era sembrato abbastanza semplice" -, diceva che è proprio quando "sembra" semplice che va male! La fortuna di aver trascorso un breve tratto di cammino, in qualche modo "vicino" a lei, è fertile per la mia crescita personale. L'insegnamento più grande che mi ha trasmesso è quello di credere sempre nel proprio lavoro e di agire con costanza e caparbietà per ottenere risultati migliori e raggiungere gli obiettivi prefissati. Posso considerarla un grande maestro. Grazie! Qualcuno mi ha detto che i maestri nella vita sono pochi, forse si possono contare sulle dita di una mano. Quindi, grazie per avermi donato un'esperienza così rara e ricca, la prima con un vero maestro.
Con infinita stima, Anna Licata
 
Mi è stato chiesto di concentrarmi sulla vita didattica Di Mario Basiricò, per me, Professore Basiricò. È difficile trascurare la sua umanità e la sua intelligenza. Conoscendo le mie difficoltà con il Latino, non mi ha mai lasciata da sola. Ricordo che fino all'ultimo era sempre pronto a spiegarmi per l'ennesima volta quella perifrastica attiva, malgrado fosse costretto a stare seduto su una poltrona… Sono sempre stata dell'idea che insegnare non significhi solo spiegare l'ablativo assoluto o le disequazioni. Insegnare è qualcosa che va oltre. Il professore Basiricò fu uno dei pochi a capirne il vero significato. Insomma, meritava una classe che stesse ad ascoltarlo e non una sola ragazza! Lo ricorderò sempre come una persona amante appassionato della letteratura e dell'arte.
Federica Magaddino
 
In un pomeriggio d'autunno di qualche anno fa, un amico mi venne a cercare perché gli suggerissi un precettore del luogo che aiutasse suo figlio in gravi difficoltà nel passaggio dal ginnasio al liceo. "Ximenes". Senza incertezze, gli consigliai Mario Basiricò (Nino, per gli intimi, dei quali mi onoro di aver fatto parte). Cincischiando qualcosa, l'amico mi disse di non averne mai sentito parlare, ma che - per la fiducia che riponeva in me - avrebbe seguito l'indicazione. A distanza di qualche mese, l'amico ritornò a trovarmi per ringraziarmi di quel consiglio. Non mancò di manifestare tutto il suo stupore per l'immensa cultura e la capacità pedagogica che Mario manifestava nel suo impegno, coinvolgendo con il proprio entusiasmo anche il ragazzo, che - sotto la sua guida -, non solo superò l'anno scolastico, ma anche quelli successivi e gli Esami di stato con apprezzabili risultati. Non avevo il minimo dubbio sulla bontà dell'insegnamento di Mario Basiricò!
Giuseppe Milana


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Questa scheda è stata chiesta e realizzata da Giovanni A. Barraco

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