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GIOVANNI DE SANTIS

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GIOVANNI DE SANTIS:

Nasce in Trapani, il 9 Febbraio 1901
Muore il 17 Agosto 1968

Il padre è l'ing. Vincenzo, dirigente dell'Ufficio Tecnico del Comune.
Manifesta precocemente vocazione musicale e comincia ad "armeggiare" con gli strumenti, oltre che con libri e quaderni.
Ed ecco come ce lo descrive un suo compagno di studi, G.B. Gianquinto, poi senatore della Repubblica: "Il mio ricordo risale agli anni di Ginnasio. Lui era più avanti di me, ma diventammo ugualmente amici. Era straordinariamente comunicativo, vivacissimo, pieno di vita e di entusiasmo e portava il violino sottobraccio, più che i libri di scuola. Poi ci sperdemmo per vie diverse, per incontrarci di nuovo nel dopoguerra, a Venezia".
Così, il giovanissimo musicista, sospinto dal sacro fuoco dell'arte per cui sente di essere nato, interrompe gli studi classici e segue corsi di Armonia principale e Pianoforte col Maestro Fermo Marini, compositore, pianista e didatta di grande valore, operante in Trapani.
In seguito, si trasferisce a Torino e, in quel Liceo Musicale, segue e completa i corsi di Composizione e Direzione d'orchestra, sotto la guida del M.°Federico Collino.
La sua carriera direttoriale comincia al "Teatro Balbo" di Torino, nel 1923 e, nella stessa città, l'anno seguente è chiamato a dirigere, nella Stagione lirica autunnale del "Politeama Chiarella". Accetta con entusiasmo e ne invia con orgoglio il programma a Trapani, in Via Gallo, 29, ai suoi. Gli saranno affidate ben quattro opere e, tra gli interpreti, figureranno Rosetta Pampanini, Francesco Merli, Ezio Pinza.
L'inaugurazione avverrà il 2 Ottobre con il "Mefistofele ", presenti il Principe ereditario e il Duca d'Aosta: sarà un trionfo. I commenti positivi si sprecheranno. Ne vogliamo riportare qualcuno: "...Ma gli onori del successo spettano soprattutto al giovane maestro De Santis che ha diretto l'orchestra, traendone delicati effetti di colorito.” Ed alla replica: "Ieri sera si è rinnovato entusiasticamente il successo, con un teatro affollato spettacolosamente."
Lo stesso avverrà con la "Aida": "Il giovane e valente Maestro De Santis curò la concertazione in modo esemplare e diresse con vigore e sentimento la difficile partitura. Con gli artisti, fu più volte chiamato al proscenio".
Intanto, nel Settembre del 1926, a Torino, si riapre, interamente ristrutturato, il glorioso "Teatro Vittorio Emanuele" e il musicista trapanese, già favorevolmente noto, viene chiamato ad inaugurare la stagione lirica, con "Madama Butterfly". Allo spettacolo di apertura, tenuto il 30 Settembre, assiste un pubblico magnifico, anche per la presenza del Principe di Piemonte e delle autorità cittadine al gran completo.
"Vivo interesse da parte del pubblico che, dopo ogni atto, ha chiamato, con calorosi applausi e ripetute evocazioni alla ribalta, i principali artisti ed il Maestro De Santis": ecco una delle tante positive critiche apparse sui giornali cittadini, che cominciano a dedicargli sempre più spazio: "Una affermazione degna di nota si ebbe da parte del giovane Maestro Giovanni De Santis: egli, dopo poche esperienze precedenti, si è trovato alla direzione musicale di questo Teatro, con tutto il peso delle conseguenti, non facili, responsabilità, molto lodevolmente assolte." Tutti questi favorevoli commenti rimbalzano sino a Trapani e "Sicilia Nuova" del 16 Ottobre, li riporta integralmente in un trafiletto dal titolo "Concittadini che si fanno onore ", concludendo: "Al nostro amico, figlio della Presidente di questa Associazione Madri e "Vedove di Guerra, volgiamo l'augurio di una brillante carriera che non potrà mancare, date le di lui ottime qualità."
Al "Teatro Vittorio Emanuele", Giovanni De Santis sarà confermato per un triennio, giusto riconoscimento ai suoi meriti artistici; tre bei, lunghi anni, costellati di successi.
A questo punto, vorremmo fermarci a riguardare questa prima parte della vita del Maestro, nella speranza di non cadere nel retorico o nell'encomiastico.
Il giovane direttore comincia ad essere sempre più conosciuto ed apprezzato sia negli ambienti musicali che presso il pubblico.
Gradualmente, si è costruito un bel repertorio cui potere attingere, ma, soprattutto, "si è fatto le ali", ha acquistato, sul campo, preziosa esperienza direttoriale.
Tutto ciò, però, non gli basta: da grande idealista quale è, traboccante di musica come è, vuole farne partecipi tutti, portarla in tutti gli ambienti e, scoprendosi un formidabile talento di organizzatore, si lancia, da vero artista romantico - "Stürm und drang", "Tempesta e assalto" -, nell'allestimento di uno spettacolo lirico popolare,” in un locale all'aperto, con l 'esecuzione di un'opera a grandi effetti di scena, di costumi e di danza”.
Siamo nell'estate del 1929, nell'immenso Motovelodromo di Torino. Lasciamo ora il dovuto posto alla viva voce del Maestro, da un'intervista su un giornale torinese dell'epoca materiale gentilmente fornitoci, insieme con altro, dal figlio del Maestro, prof Alessandro.
"In ventiquattro ore - egli dice dunque - abbiamo ottenuto il Teatro, messi insieme gli esecutori e l'orchestra, e persuaso un generoso signore torinese, appassionato dell'arte lirica, ad assumere il difficile ruolo di finanziatore. Dopo di ciò, in due giorni, coi miei collaboratori principali, ho esaurito le non poche formalità burocratiche e preso possesso del campo di battaglia..." il quale altro non è che un immenso cantiere su cui sovrasta la figura del nostro amico, che tutto osserva, tutto vede.
A ben guardare, in questo intenso lavorio di mente e di anima, si potrebbero ravvisare ascendenze paterne: "Esprit de geometrie ", strettamente connesso, però, allo "Esprit de finesse "...
Ad operazioni ultimate, nel nuovo teatro si avranno quindicimila posti a sedere e centomila in tutto, compresi quelli in piedi. L'opera prescelta è la "Carmen", che andrà in scena il 3 agosto (1929). E' un trionfo: il successo ottenuto conferma e supera ogni più rosea previsione e si riflette negli entusiastici commenti della critica, all'indomani della prima: "...Dobbiamo affermare che da tempo non avevamo assistito ad uno spettacolo all'aperto preparato con tanta cura ed eseguito con così encomiabile perfezione..." ... il Maestro De Santis era già favorevolmente noto ed apprezzato per una riuscita stagione lirica di due anni fa, al nostro Teatro Vittorio Emanuele.
"...Il pubblico è affluito numeroso ed elegante... ". "...I centoventi professori d'orchestra risposero ottimamente alla fatica del Maestro Direttore, che si prodigò senza risparmio di energie. Gli infiniti applausi che interruppero e scrosciarono al termine dei singoli atti furono una viva dimostrazione del favore del pubblico ed il migliore elogio a tutti gli esecutori".
E' del Dicembre dello stesso anno 1929 una "Aida” al Teatro Municipale di Alessandria. Anche qui, De Santis ha buon gioco, come testimonia il seguente testo: "L'orchestra trovò nel giovane e valoroso maestro un direttore magnifico e, sotto la sua guida sapiente, suonò con fusione e colorito. Il pubblico ha tributato meritatamente al giovane maestro direttore e concertatore dell'opera verdiana, applausi schietti e calorosi, evocandolo più volte alla "ribalta, insieme agli artisti".
Il vulcanico temperamento del musicista trapanese chiede, però, dell'altro e lo sospinge verso altre mete. Durante le sue frequenti visite alla città natale, comincia a vagheggiare la realizzazione, in essa, di una stagione lirica all'aperto, sul modello di quella già effettuata a Torino e, non appena le condizioni ci saranno tutte, metterà in piedi una serie di manifestazioni liriche estive, ben consapevole del fatto che uno spettacolo all'aperto è un genere teatrale irto di difficoltà e per gli organizzatori e per gli esecutori. L'esperienza e la passione di De Santis vincono, però, ogni ostacolo, col risultato di una ottima, anche se breve, serie di spettacoli operistici nella Villa Regina Margherita. Questo avviene nel 1932 e lo stesso accadrà negli anni 1936, 1937, 1939. Anche se l'esedra della Villa prenderà il nome di "Arena del Littorio ", anche se le manifestazioni si svolgeranno sotto l'egida della "Estate Musicale Italiana"- "Teatro per il popolo"-, istituzione a carattere nazionale, ci si avvarrà sempre dell'indiscussa professionalità, serietà ed entusiasmo del nostro musicista.
Sono spettacoli popolari che Egli realizza, rinunciando, per la sua passione di trapanese a vantaggiose offerte di lavoro che lo porterebbero lontano, ma “popolari” nel senso di massima apertura al popolo, curati, però, fin nei minimi particolari, sia nella preparazione musicale che in quella scenica.
Essi si riveleranno come una serie di trionfali successi di pubblico e di critica.
Nel 1942, Giovanni De Santis dirige ancora a Torino, al "Teatro Vittorio Emanuele".
Siamo a guerra inoltrata e le vicende belliche lo trovano a Milano, con la famiglia, ma, dopo l'armistizio, riprende l'attività artistica al Castello Sforzesco di Milano, nella prima grande stagione lirica del dopoguerra, passando, poi, al Teatro del Casinò di Sanremo, a Salsomaggiore.
Torna a Trapani e vi dirige, nell'estate del 1947, la stagione lirica all'aperto, con la S.A.C.L.A.S.L. di Palermo. L'organizzazione e l'attrezzatura lasciarono molto a desiderare, ma ciò faceva parte del periodo storico che si stava attraversando.
Ed ecco il colpo di scena. "Nel 1948 -- ci ricorda il Maestro in un suo scritto - mi sorse l'idea di riprendere, nella mia città natale, le maniféstazioni organizzate nel periodo 1932/1939 e dare ad esse forma stabile ed organicamente definita Allora mi trovavo a Milano e fu colà che mi adoperai per raccogliere i dati necessari a 'tale realizzazione, con l'aiuto ed il consiglio di miei amici esperti di cose teatrali. Venuto a Trapani, mi rivolsi al Sindaco prof. Ricevuto, a cui esposi ampiamente il mio progetto e a cui chiesi il consenso per la realizzazione. L’ottenni con entusiasmo ed egli stesso riuscì a formare un Comitato del quale assunse la presidenza”.
Trovati con obbligazioni personali i fondi necessari, il Comitato stesso diede tempestivo incarico alla Ditta G. Virgilio di iniziare i lavori, che furono portati a termine ottimamente e a tempo di record, dati i ristrettissimi limiti di tempo, il tutto sotto la diretta sorveglianza del maestro stesso. Ascoltiamone la voce: "A me venne affidata, senza però fare parte del Comitato, la consulenza artistica. Non assunsi nessun compito di carattere amministrativo, ma la passione che io nutrivo, l'interesse, l'entusiasmo e tutto il resto, non mi fecero restare con le mani in mano: arrivai ad essere magazziniere, sorvegliante ed anche operaio. E tutto questo perché amo troppo la mia città e perché, per essa, non ho assolutamente paura di nessun sacrificio".
Chi scrive Lo ricorda - ci sia permesso - raggranellare faticosamente, presso facoltosi cittadini trapanesi, il denaro necessario per la sostituzione del filo spinato, che ancora circondava l'intero recinto della Villa, con dei pannelli in ferro battuto (che sono gli attuali) e tutto perché il “suo” Luglio fosse perfetto. Sì, "Luglio", perché così chiamò il frutto del suo lavoro, dei suoi sacrifici: "Luglio Musicale Trapanese".
Non è questa la sede adatta per dettagli di qualsiasi tipo.
Ricorderemo soltanto l'inaugurazione della prima stagione teatrale che avvenne il 21 Agosto, con un grandioso "Mefistofele ". Fu una serata indimenticabile.
L'indomani apparvero entusiastici articoli: "Trapani ha ritrovato e superato le sue più nobili tradizioni nel campo degli spettacoli lirici: la passione di questo popolo, in apparenza solo inteso a mercantili guadagni, è riapparsa in tutto il suo inesausto ardore".
Da allora, fu un susseguirsi di spettacoli di altissima levatura artistica, entrati ormai a far parte della nostra "memoria collettiva", anche. per la presenza di cantanti di fama internazionale che, nel tempo, si succedettero.
Ne citeremo soltanto alcuni: Andrea Mongellii, Virginia Zeani, Gino Bechi, Gianna Pederzini, Ettore Bastianini, Alvino Misciano, Piero Guelfi, Giacinto Prandelli, Plinio Clabassi, Cesare Valletti, Carlo Bergonzí, Ramon Vinay, Onelia Fineschi, Ferruccio Tagliavini, Anna Moffo, Gianni Poggi, Anna de' Cavalieri, Mario Del Monaco.
Sorte, poi, dopo qualche anno, all'interno dell'istituzione, divergenze di natura giuridico-economica, le varie Stagioni liriche ne risentirono. Non saremo noi, qui, ad approfondire la questione, data la mole e la complessità degli argomenti relativi.
Fino al 1965, il Direttore artistico del "Luglio" fu il Maestro De Santis: dopo le sue dimissioni, fu costituita una Consulta artistica.
Grandemente amareggiato, Egli si ritirerà a vita privata e comincerà, da artista autentico che, per vivere, ha continuo bisogno di creare e contemplare il Bello in tutte le sue forme, a seguire da vicino i restauri della chiesa di Santa Maria di Gesù, tempio che lo vedrà sempre più spesso, fino al giorno prima della sua dipartita, avvenuta il 17 agosto 1968, quando sembrava avesse superato i disturbi che l'avevano afflitto da qualche tempo.
E ci piace immaginarlo rapito su un carro di fuoco...
In Lui ammirammo il musicista che vibrava e faceva vibrare, il grande organizzatore, il raffinato esteta, l'uomo profondamente buono e colto.
Il tempo scorre, le persone si avvicendano, ma, dopo più di un cinquantennio, ancora oggi, quando l'uomo della strada parla del "Luglio Musicale Trapanese", parla anche del M° De Santis.
L'Istituzione si è identificata con il suo Fondatore.


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Questa scheda è tratta: dal sito www.processionedeimisteritp.it   - realizzata dalla prof.ssa Anna Vulpitta Di Bernardo

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