per



Antonino Scuderi
apostolo del
"sol dell'avvenire"
assassinato nel
1922 dalla mafia




Finito di stampare dalla
litotipografia ABATE
Paceco- Febbraio 1998



Ringrazio l'amico
Vito Accardo
per avermi portato
alla conoscenza
di questo libro






Archivio culturale di Trapani e della sua provincia
ALBERTO BARBATA - per Antonino Scuderi
apostolo del "sol dell'avvenire" assassinato nel 1922 dalla mafia

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Introduzione

L'intensa, ancorché breve esistenza di Antonino Scuderi ha lasciato un segno indelebile nella coscienza di quanti si sono battuti e continuano a battersi per l'affermazione dei principi e degli ideali del socialismo, la cui attualità ci sembrò superfluo rimarcare.
I valori del socialismo quale momento di redenzione della personalità umana, che costituirono il compendio dell'eredità politica e morale tramandata da Scuderi, sono stati nel corso degli anni strumenti e bussola per i veri socialisti.
La figura di Nino Scuderi non poteva non irrompere nelle stanze della storia poiché, prescindendo dal violento divenire dei fatti, ha integrato i connotati più autentici di un socialismo religioso, medicina dell'umanità malata, i cui portatori erano consapevoli della necessità di organizzarsi per contra­stare con efficacia la forza della classe dominante.
La generosità, la passione, la capacità di Scuderi e di altri compagni quali Giacomo Spatola, Pietro Grammatico, Diego Curatolo, Sebastiano Basiricò, condussero la classe contadina di Paceco, organizzata politicamente e sindacalmente a successi elettorali e politici di portata storica.
La presenza di Scuderi nel Consiglio Comunale eletto nel 1920 e la sindacatura di Pietro Grammatico non furono casuali, poiché rappresentarono lo sbocco di una intelligente e raffinata azione politica intrisa di impegno, di sacrificio ed arricchita dalla prorompente forza delle idee professate.
La serietà del progetto, la chiarezza dei fini ed il concreto "pericolo" di cambiamento in senso socialista costituirono il preludio per una violenta reazione, che ahimé, non si fece attendere.
La sua morte non coincise con la uccisione degli ideali del movimento socialista che, sbucato dalle tenebre del ventennio, seppe trovare la forza, il coraggio, la lucidità ed i pro­positi che furono di Scuderi.
Doveroso è apparso a Pietro Grammatico il ricordo delle gesta del compagno Nino, in occasione dell'attribuzione del nome ad una via di Dattilo.
Altrettanto doveroso ci è parso l'odierno richiamo, che non si esaurisce nella realizzazione del monumento simbolico realizzato, poiché il quotidiano impegno in difesa dei valori di democrazia e di progresso trova fondamentale riferimento nell'enorme patrimonio politico, umano e culturale tramandato dal compagno Antonino Scuderi.

Giuseppe Scarcella



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