Alberto Barbata
- la copertina - Piazza vitt. emanuele monumento ai caduti e chiesa madre, foto del 1938 del Cav. Ignazio Montalto
Un vivo ringraziamento al Cav. Vincenzo Montalto di Castelvetrano,
per aver consentito la pubblicazione delle immagini di Paceco scomparsa, tratte dall'archivio del padre, Cav. Ignazio.
Al Cav. Emilio Curatolo un particolare ed affettuoso grazie per le immagini fornitemi del ventennio fascista.
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Archivio culturale di Trapani e della sua provincia
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L'AUTONOMIA PERDUTA E RITROVATA di Alberto Barbata
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L'Autonomia perduta e ritrovata
La decisione del Consiglio di Stato avvenne in Roma il 12 maggio 1942, Sezione V, in Camera di Consiglio, con l'intervento del Presidente Giuseppe Fagiolari e dei consiglieri Oliviero Savini Nicci, Michele Carlo Isacco, Michele La Torre, Luigi Miranda, Pietro Tricarico e del primo referendario Luigi Mosca.
Fu pubblicata nei modi di legge all'udienza del 5 giugno 1942 - XX a firma del Segretario di Sezione, S. Musotto.
Il prof. Gaspare Ingardia, umanista e pittore.
Intanto la guerra infuriava e mieteva vittime. Trapani era stata bombardata massicciamente e largamente distrutta dalle forze alleate.
Paceco era divenuta sede di un reggimento dell'esercito italiano, ospitato nei locali dell'ex stabilimento vinicolo dei fratelli Platamone. La scuola era divenuta caserma ed ospitava la Wermacht tedesca.
La gente scappava dalla città e si rifugiava nelle campagne di Paceco, dove trovava rifugio presso le case dei contadini. A tal proposito ricordiamo, dalle memorie di Gaspare Ingardia, uno dei più noti intellettuali di Paceco, recentemente scomparso, un piccolo appunto per comprendere meglio quella triste realtà che si profilava agli occhi dei giovani del tempo:
Il poeta Vittorio Sereni
"Nel giugno del 1940, quando L'Italia entrò in guerra, avevo 9 anni e fu lo stesso giorno della dichiarazione di guerra che i primi aerei francesi bombardarono il porto di Trapani. Ero in campagna quel giorno, perchè già a giugno mio padre ci trasferiva a Fontanasalsa, da dove si ritornava al paese in autunno, alla riapertura delle scuole.
Fu nel pomeriggio. Vedevamo dall'alto lunghe nuvole di fumo levarsi dal porto e i botti si sentivano delle bombe sordi alla distanza.
Tutto cambiò, lo stato d'animo di paura ben presto fu accompagnato dalla fame perchè i viveri cominciarono a scarseggiare.
Si cominciarono a contare i primi morti".
Un'altra testimonianza del tempo è quella di Vittorio Sereni, uno dei più grandi poeti italiani del '900, giovane tenente dell'esercito in Paceco, di stanza presso la famosa villa Platamone, ormai scomparsa, da lui affettuosamente denominata "Villa Paradiso".
Quando' arrivarono a Paceco gli americani, nel luglio del 1943, Sereni fu fatto prigioniero dagli alleati ed internato per circa due anni nei campi di prigionia dell'Algeria e del Marocco.
Sereni è certamente il giovane tenente che non volle arrendersi subito agli americani, a quella pattuglia di airborne che una mattina del 26 luglio si presentò alle porte del paese, le cui case erano state pavesate di lenzuoli bianchi sui balconi e sulle terrazze.
Lenzuoli che Pietro Grammatico, massimo rappresentante della espressione popolare, aveva invitato a stendere, per precauzione, ai suoi cittadini.
Sereni ritornò segretamente negli anni sessanta a Paceco per una visita di rimembranza e descrisse poi le sue vicende personali nel libro "Senza l'onore delle armi", pubblicato a Milano da Vanni Scheiwiller.
Ma il poeta lombardo aveva cantato la "Villa Paradiso" nella sua famosa opera poetica "Diario d'Algeria", allorquando, ritornando nel gioco della memoria, alla sua Paceco, parla di "Avvilite delizie, non meglio del filo/ di brezza che nel mattino/ di glicine/ s'inoltra sulla costa bombardata".(16)
(14) Consiglio di Stato - Reg. Dee. N° 387 - 5 Giugno 1942-XX
(15) A.S.C. - Carpetta del Podestà - Gab. Anno 1938.
(16) Sereni, V. - Diario d'Algeria. Milano, 1979.
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Copyright © by Alberto Barbata, Paceco, Italy
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La Koinè della Collina Associazione Culturale Paceco 2005
Ringrazio l'amico Vito Accardo per avermi fatto conoscere questo libro
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