Archivio culturale di Trapani e della sua provincia

Giuseppe Romano

da: Santa Caterina alla Colombaia

Breve storia delle carceri della provincia di Trapani


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LA FORTEZZA DELLA COLOMBAIA


Torre Peliade, Castello di Mare, la Colombaia, - Collezione Tonino Perrera

L'antica fortezza della "Colombaia" o anche "castello a mare" è situata all'imboccatura del porto di Trapani, su di un isolotto separato dalla terraferma da una sottile lingua di mare.
Adibita fin dai tempi remoti come prigione, tanto che sembra che, al tempo della Santa Inquisizione, vi si rinchiudessero i sacrileghi, cioè gli eretici, essa ha cessato di funzionare agli inizi degli anni '60, quando fu finalmente portata a termine la costruzione della moderna e più funzionale Casa Circondariale di Trapani "San Giuliano".
Un monumento ricco di storia, amato dai trapanesi che, a significare come questo castello sia nato prima della stessa città, e per indicare una cosa vecchissima, usano dire "chiù vecchiu r'a Culummara".
La primitiva fabbrica della Colombaia, forse la centrale e più alta risale a 24 secoli fa, all'epoca delle guerre tra cartaginesi e greci sicilioti. Si chiamò grecamente "Pelìade" e indi "Colombaia" dalle colombe che invasero i crepacci di quel sito solitario.
Durante la prima guerra punica, i Romani, sotto la guida del console Numerio Fabio Buteone, sorpresero di notte il presidio punico di stanza al forte, massacrandone i soldati.
Tornata in seguito in potere dei cartaginesi, la leggenda narra che fu n quel luogo che ad Amilcare Barca giunse dall'Africa la notizia della nascita di suo figlio Annibale, il grande condottiero cartaginese.
L'8 gennaio 1360 vi soggiornò perfino una regina: Costanza di Sicilia che doveva andare in sposa a Federico III°. Giunse dalla Catalogna a Trapani ma le fu impedito lo sbarco e, quindi, fu costretta a soggiornare per tre giorni alla Colombaia, per ordine di Guido Ventimiglia Prefetto di Trapani il quale temeva che Costanza gli togliesse la prefettura della città e al fratello l'amministrazione del Regno.
Nel corso dei secoli, la fortezza, a pari di molte altre, fu utilizzata come prigione, tanto che sembra che, al tempo della Santa Inquisizione, vi si rinchiudessero i "sacrileghi", cioè gli eretici.
Successivamente la fortezza della Colombaia subì numerose modifiche e trasformazioni, la più importante delle quali nel 1670, quando essendo la città in pericolo per le continue scorrerie di pirati turchi, il castello fu rafforzato da parte del viceré Claudio Lamoraldo principe di Ligny.
La decadenza del complesso inizia nel '700 e va avanti sino alla trasformazione, all'inizio dell'800, della "Real Fortezza della Colombaia" in "Ergastolo di Trapani" dove confluiranno i forzati, gli ergastolani e i condannati al carcere più duro, con l'aggiunta di nuovi vasti corpi di fabbrica.
La struttura architettonica della torre ottagonale era costituita da tre elevazioni. Nal piano terreno, buio e umido, erano ricavate sei celle per i detenuti più pericolosi: cinque erano di dimensioni ridottissime anche se talvolta vi si rinserravano, in condizioni di vita indescrivibili, fino a sei carcerati; un'altra era un po' più ampia, ma vi si stipavano fino a venti prigionieri.
Per evitare che le articolazioni di tali sciagurati si irrigidissero a causa dell'immobilità, il personale di custodia consentiva loro di trascorrere qualche ora di luce, di aria e di movimento in un cortile di qualche centinaio di metri quadri, cui si accedeva attraverso un lungo corridoio.
Nel primo piano, la struttura era analoga a quello sottostante, con egual numero di celle ma con un tasso di umidità leggermente inferiore. Gli uffici per il comandante e gli ufficiali e i locali per la lanterna e per i materiali d'uso, erano realizzati all'ultima elevazione fuori terra.
Ovviamente, neppure la Colombaia era provvista di un'infermeria degna di tal nome: alla cura dei detenuti malati, quando giudicati in gravi condizioni, si provvedeva con il ricovero presso l'ospedale civico di Trapani.
Solo a partire dal 1846, considerato che i carcerati che si ammalavano erano sempre più numerosi, per evitare i problemi connessi col loro trasporto sulla terraferma, l'Intendente decise di utilizzare due stanze del primo piano, attrezzandole alla meno peggio in infermeria.
Ma, il problema maggiore era quello della carenza d'acqua. Il forte disponeva di una grande cisterna per la raccolta delle acque piovane, ma il manufatto non risultava mai sufficiente. Il che aveva ripercussioni molto negative sul complesso delle condizioni igieniche, malgrado che per le pulizie si facesse ricorso all'acqua salmastra.

Come viene annotato scrupolosamente nel Decreto Organico del personale addetto ai Bagni Penali in Sicilia del 15 marzo 1853 veniva gestita con il seguente personale:
1 comandante di 2^ classe con ducati 21 al mese di soldo;
1 meritorio con ducati 4;
1 cappellano con ducati 12;
1 chirurgo con ducati 16;
1 algozzino con ducati 9;
1 sotto algozzino con ducati 9;
3 custodi con ducati 9 per ciascuno;


Le celle della Colombaia oggi ... e come dovevano essere nell'800

Durante il periodo borbonico, la Colombaia era quasi sempre sovraffollata, perché nel forte oltre ai detenuti destinati a scontare il carcere più duro, trovavano spesso ospitalità molti relegati, in attesa di essere avviati alle vicine isole; nelle celle peggiori venivano infine rinchiusi, nei giorni immediatamente precedenti l'esecuzione, i condannati a morte.
Le guardie che prestavano servizio alla fortezza della Colombaia, venivano trasportati su una barca a remi dell'amministrazione e successivamente con le motonavi "Italia", e "Cristo Re" che attraversavano il breve tratto di mare più volte al giorno, con un servizio che copriva l'arco orario che va dalle ore 8.00 alle 19,30.


Motonave Italia

Ma, anche prima della motonave Italia, la fortezza della Colombaia fu dotata, necessariamente di diverse imbarcazioni.
Spesso, queste imbarcazioni in forza alla colombaia, con i loro equipaggi, furono protagonisti di salvataggi o comunque azioni meritorie di ricompense.
"Il 12 agosto 1880, una barca montata da 8 uomini di equipaggio ed un fanciullo, investita dal vento (probabilmente scirocco) fu capovolta nelle vicinanze del Bagno di Trapani e quei miseri sarebbero periti senza il pronto soccorso di due marinai del Bagno: Frusteri Giovanni e Torre Salvatore i quali sfidando il pericolo accorsero con la barca dell'amministrazione e li salvarono. Il Ministero della Marina, dichiarò i due meritevoli di lode."


Naufragio sugli scogli della Colombaia
(disegno tratto dal calendario degli Agenti di Custodia, elaborato da G. Romano)

Il 5 febbraio del 1900 il sottocapoguardia di 2^ Mariani Domenico, fu encomiato per avere efficacemente cooperato a salvare l'equipaggio e gli attrezzi della goletta Orsolina, naufragata sugli scogli della Colombaia di Trapani




BIBLIOGRAFIA:

"L'utopia penitenziale Borbonica - dalle pene corporali a quelle detentive" di Giovanni Tessitore, Franco Angeli Editore - Milano 2002
"Breve storia delle carceri della Provincia di Trapani" di Giuseppe Romano, articoli vari pubblicati su Polizia Penitenziaria - Società, Giustizia & Sicurezza - Roma
"Origini Storiche degli Agenti di Custodia" Di Paolo - Colletti - Raciti - Edito da Ministero di Grazia e Giustizia - Roma 1989;
"Storia di Trapani" di Mario Serraino. Corrao Editore. Trapani 1976;
"Tra Sicilia e Africa - Trapani, Storia di una città mediterranea" di Salvatore Costanza - Corrao Editore Trapani 2005;
"Baluardi di Trapani" a cura di Michele Megale - ed. Centro Studi G. Pastore - Trapani 1995;
Archivio Casa Circondariale di Trapani
"Rivista di discipline carcerarie" Roma 1880.
"La Colombara di Trapani" di Alberto Costantino, Grimaldi editore, Trapani;
Fonti iconografiche: Archivio Comm. Romano; calendario Polizia Penitenziaria 1991;



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