Giuseppe Marco Calvino


opere teatrali


novelle in versi


testi inediti


la copertina del libro Il secolo illuminatissimo

la copertina


Salvatore Mugno - scrittore

Salvatore Mugno
scrittore



Ringraziamenti:
Renato Alongi
Renato Lo Schiavo
Renzo Porcelli
Sergio Marchingiglio

Archivio culturale di Trapani e della sua provincia

Giuseppe Marco Calvino - Il secolo illuminatissimo
a cura di Salvatore Mugno

Busto di Giuseppe Marco Calvino presso la Cattedrale di Trapani
Busto di Giuseppe Marco Calvino presso la Cattedrale di Trapani

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BIOGRAFIA

GIUSEPPE MARCO CALVINO (Trapani 6 ottobre 1785 - 21 aprile 1833)
Secondo una inesatta ricostruzione operata da Cristoforo Ruggieri, che fu scrittore e direttore (nella prima metà del Novecento) della Biblioteca Fardelliana di Trapani, Giuseppe Marco Calvino sarebbe stato un trovatello, legittimato da Giuseppe Calvino Via e da Anna Patrico il 24 settembre 1813.(1)
A leggere, tuttavia, Giuseppe Malato, che ne scrisse alcuni decenni prima, si intuisce che degli equivoci gravassero sul nome dei genitori del poeta e intorno alla sua data di nascita, a causa di imprecisioni contenute nelle carte anagrafiche.(2) Il cronista aggiungeva che «I suoi antenati non furono né nobili né ricchi; ma onesti ortolani che lavoravano nell’orticello di loro proprietà e che col lavoro e con la parsimonia via via accumularono tanto da lasciare in eredità a Giuseppe Marco un vistoso patrimonio, per cui poté, non tiranneggiato dal bisogno, coltivare a suo agio gli studi sommamente diletti. Ed egli, già ricco ed innalzato alle supreme cariche della città, disprezzando le stupide albagie degli arricchiti che vorrebbero dimenticare e far dimenticare la loro origine, ricordava con orgoglio i suoi umili antenati. Uno specialmente ne ricordava con somma stima, l’avo suo, l’ortolano Leonardo Calvino, poeta incolto».(3)
A portare chiarezza nella biografia di Giuseppe Marco Calvino intervenne monsignor Gianquinto, sapidamente commentato da Francesco Luigi Oddo: «Il Ruggieri, mosso a questa osservazione da un vieto pregiudizio, in realtà, aveva ritenuto esatta una notizia assolutamente errata, ed aveva scambiato Giuseppe Marco Calvino con la persona di Giuseppe Calvino minore, trovatello adottato dal padre del Poeta e, a scorno del pregiudizio del Ruggieri, divenuto un avvocato illustre perfino in campo nazionale e capo di una illustre famiglia di patriotti, quali Salvatore ed Angelo Calvino. Correggeva la clamorosa gaffe del Ruggieri il colto sacerdote mons. F. Gianquinto, parroco di S. Nicola, il quale affermava, con documento, il battesimo, in quella chiesa, addì 6 ottobre 1785, di Giuseppe Marco Calvino, legittimo figlio di Giuseppe Calvino Di Via ed Anna Patrico, quindi autore delle poesie che al Ruggieri parevano soltanto delle volgari oscenità, mentre notava, con sottile ironia, che il fratello adottivo, il trovatello marchiato di ingiusta infamia, era l’autore, a parte ogni altro merito liberale e patriottico, di opere giuridiche di alto pregio e di estrema serietà».(4)
Giuseppe Marco Calvino fu scrittore precoce e prolifico. Si cimentò in una molteplicità di generi letterari: dal teatro (tragedie, commedie, cantate) alla poesia (carmi, odi, oratori, capitoli...), dalla novellistica bernesca alle traduzioni. Molta parte della sua produzione rimase inedita, anche a causa della prematura e improvvisa morte nel corso di un’epidemia di tifo.
Seguì studi di Filosofia e di Diritto: dal suo atto di morte risulta «utrusque juris doctor», nonché marito di Maria Scichili, da cui ebbe i figli Anna e Nicolò (quest’ultimo conservò per molto tempo i manoscritti del padre).
Fu Consigliere degli Ospizi, Consigliere Provinciale e Deputato di Salute e si batté per la costruzione a Trapani del teatro Ferdinandeo.
Partecipò a varie accademie: Arcadia (col nome di Taliso Smirnense), Reale Istituto Peloritano, Tiberina e Civetta (lo pseudonimo di Didico Ciprigno).
Avrebbe avuto in mente «di stampare un nuovo dizionario di lingua siciliana, per cui le persone di lettere di questo suolo gareggiavano nel prestare degli aiuti, e delle correzioni; ma una acerbissima malattia nel brevissimo spazio di due giorni lo trasse alla tomba».(5)
Fu sepolto nell’ex convento dell’Itria e, nel 1884, fu traslato nella Cattedrale di San Lorenzo di Trapani, dove gli fu eretto un monumento. Nella città natale, gli è intitolata - per una forse involontaria eppur felice circostanza - la via in cui, prima della legge Merlin, sorgevano alcuni nostrani postriboli.
La bibliografia completa delle sue opere inedite è contenuta in un volume di Salvatore Fugaldi (Descrizione dei manoscritti della Biblioteca Fardelliana. I. I corali, i codici, i volumi, le carte, premessa di Ettore Paratore, Palermo, Regione Siciliana, 1978, pp. 324-351).

NOTE
(1) Cfr. C. Ruggieri, Il poeta Calvino, «L’Ora», 16 giugno 1942: «L’undici luglio 1786 (si badi che non corrisponde con la data di nascita solitamente accreditata - N.d.A.) veniva esposto nella “Ruota” dell’Ospedale di S. Antonio, in Trapani, un infante; nello stesso giorno veniva battezzato alla Parrocchia di S. Nicola e gli veniva imposto il nome di Giuseppe Maria. Un’annotazione in calce dello stesso atto di battesimo dà notizia che questo infante, per Rescritto del Principe, veniva legittimato a D. Giuseppe Calvino Via e gli si dava il nome di Giuseppe Calvino Minor, come comunicato dalla Magna Curia Vescovile di Mazara in virtù del decreto 3 luglio 1814. Si notava altresì che il detto Giuseppe, in data 24 settembre 1813, era stato legittimato da D. Giuseppe Calvino Via con atto del notaio D. Gaspare Patrico, confermato col Rescritto del Principe del 25 novembre 1813. È evidente che quel “trovatello” dell’11 luglio 1786 veniva legittimato dal signor Giuseppe Calvino dopo 27 anni dalla nascita! È morto venti anni dopo, e precisamente il 21 aprile 1833. L’atto di morte reca il nome di Giuseppe Marco Calvino, “utrusque juris doctor”, marito di Maria Scichili, figlio di Giuseppe e di Anna Patrico. Viene affermato nello stesso atto di morte che esso Giuseppe Marco Calvino “reddidit animan Deo in communione S. M. E. cujus cadaver inven. conventu I. M. I. dicto dell’Itria sepultum jacet”».
(2) «Vedi l’atto di nascita nella chiesa di San Nicola. Paolo Maria Pero, in una nota alla Biografia di monsignor Maroldo, a pag. 160, sbaglia l’anno della nascita del Calvino ed il nome della madre; lo fa nascere nel 1786 da don Giuseppe e da donna Giuseppa Via» (cfr. G. Malato, La vita e le opere di Giuseppe Marco Calvino, «La Falce», Trapani, 1 gennaio 1899).
Dalla medesima fonte si apprende che il padre del poeta sarebbe stato amico del pittore trapanese Giuseppe Errante e si fa notare che il carme L’Augurio, in cui si celebra il maestro siciliano, gli fu più volte sollecitato dal genitore.
Giuseppe Malato dà, inoltre, notizie degli esordi dell’autore, sulla scorta di informazioni tratte da un succinto carteggio da lui custodito. Calvino avrebbe scritto (come risulta anche da S. Fugaldi, op. cit., p. 329) all’età di nove anni il sonetto intitolato Le falsità del mondo: «A dieci anni tradusse in quartine di settenari il primo capitolo delle Lamentazioni di Geremia (Quomodo sedet sola civitas plena populo!) ed in quel giro di tempo o poco dopo scrisse un’anacreontica, Il trionfo di Clelia. Quindi si avventurò ad un lavoro di più lunga lena, incominciando un dramma in versi sciolti, La virtuosa Sofronia, ricavato dal noto episodio della Gerusalemme Liberata. (...). Mostrò egli sin d’allora per il teatro una gran passione, che poi tenne viva per tutta la vita, tanto da costruire un teatrino nella sua casa in città ed un altro nella sua villa, la Palma, dove i suoi figliuoli con altri dilettanti recitavano delle commediole scritte da lui appositamente. C’è, nell’ultima pagina del piccolo cartolare (...) tracciato a penna, il disegno grossolano d’un teatro ideato da lui. Sentiva fin d’allora l’onesto desiderio di veder sorgere in Trapani qualche cosa di meglio che il baraccone di San Gaspare, chiamato pomposamente teatro: addirittura una gabbia di topi, come lo chiamò più tardi» (cfr. G. Malato, cit.).
(3) Cfr. G. Malato, cit..
(4) Cfr. F.L. Oddo, Vecchie polemiche trapanesi. Il poeta Marco Calvino meritava la celebrazione centenaria, «Trapani», Trapani, a. XVII, n. 2, febbraio 1971, p. 22.
(5) Cfr. G. Rossi, Necrologia, «Giornale di Scienze, Lettere ed Arti per la Sicilia», tomo XLII, n. 124, 1833, p. 80.

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