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 BUSSOLA: Trapani Nostra - Libri - Salvatore Mugno

Tito Marrone - TEATRO - a cura di Salvatore Mugno





Tito Marrone

TEATRO

a cura di Salvatore MUGNO



La Ragna

Atto Unico

Personaggi:


CLARA
(30 anni)

BIANCA
(25 anni)

VALERI
(24 anni)

ADELE


Un salottino elegante in casa di Clara. Un uscio a destra. In fondo, un'ampia finestra, attraverso la quale si vedono gli alberi d'un giardino sottostante.
Sul davanzale, una giardiniera con rose. A Roma, in un pomeriggio d'estate.


Scena I
CLARA - (seduta a una piccola scrivania da signora finisce una lettera)
Sempre tua Clara. (sospira, mette la lettera dentro una busta e vi scrive su l'indirizzo). Al Conte Mario De Lisa, tenente di cavalleria, via Tornabuoni, Firenze. (guarda sorridendo la lettera)

Scena II
ADELE - (di dentro) Permesso?
CLARA - …Adele?
ADELE - (entrando) C'è la signorina Donati.
CLARA - Ah! Un momento (dandole la lettera). Alla posta subito. (Adele s'avvia). Aspettate. Quel libro… l'ultimo su lo scaffale… Quello, sì. (Adele le porge il libro). Fate entrare la signorina. (Adele esce. Clara s'avvicina a uno specchio, si ravvia un po' i capelli con la mano, poi si distende su una poltrona, apre il libro a caso e finge di leggere)

Scena III
BIANCA - (soffermandosi su la soglia) Disturbo?
CLARA - (movendole incontro) Bianca mia! Ti pare?
BIANCA - Leggevi… Che hai di bello?
CLARA - (buttando il libro sul tavolino) Un libro noioso.
BIANCA - (guardando il frontespizio) La rivoluzione francese d'Ippolito Taine! Brava, ti prepari a una cattedra universitaria?
CLARA - Che vuoi. Me l'ha mandato ieri il Treves. È una novità.
BIANCA - (che s'è avvicinata alla finestra) Quante rose! Che bellezza! Come si respira qui! Fuori, un polverone…
CLARA - Ho torto, se non esco di casa?
BIANCA - Hai ragione.
CLARA - Dove si va? Teatri, concerti, conferenze… nulla. Stagione morta. Almeno, qui, prendo un libro e mi divago.
BIANCA - Con la rivoluzione francese?
CLARA - Bisogna un po' stare al corrente. E poi, che fare? Roma d'estate è inabitabile.
BIANCA - Ma ad Anzio quest'anno non ci vai?
CLARA - Non me ne parlare. L'anno scorso, un'uggia! Preferisco il mio giardino.
BIANCA - Come! È tuo anche il giardino? Non me l'avevi detto.
CLARA - Cioè… I veri padroni non si vedono mai. Io ci affaccio, ne godo… Sapessi quanto ho fatto per trovare un appartamentino con giardinetto proprio per me! Ma non è stato possibile. Allora, bisogna adattarsi.
BIANCA - Io mi adatterei benissimo.
CLARA - Ma io…
BIANCA - Oh! Tu sei di gusti difficili… Fin da quando eravamo in collegio… Come me ne ricordo! Io nella camerata delle piccole, tu in quella delle grandi… (facendole un inchino scherzoso) Madama la contessina! Non ti chiamavan così?
CLARA - Bei tempi!
BIANCA - E quella povera Lina Monti che ti voleva tener testa…
CLARA - A proposito, ne hai saputo più nulla?
BIANCA - Ha sposato un droghiere.
CLARA - Davvero? Oh, povera ragazza!
BIANCA - Invece tu…
CLARA - Un caso…
BIANCA - No, no: te lo meritavi. Quando si seppe in collegio! Dio! Il generale Corsetti sposa Clara Delmi! Una fortuna di quelle!
CLARA - Povero Luigi! E dopo nemmeno un anno…
BIANCA - Requiescat. Anche quella, lasciamelo dire, una fortuna…
CLARA - (interrompendo) Bianca!
BIANCA - Vedova d'un generale, a trent'anni!
CLARA - (sorridendo) Ventotto.
BIANCA - A ventott'anni. Libera come l'aria! Se è una fortuna! E poi… non mi far dire…
CLARA - (sempre sorridendo) Che c'è?
BIANCA - Francamente: quando lo sposi?
CLARA - Via!
BIANCA - Presto?
CLARA - Ma chi?
BIANCA - Come! Me n'hai parlato tante volte! Il conte De Lisa!
CLARA - Che c'entra? Ma non t'ho detto…
BIANCA - Che lo ami? C'è bisogno? Giovine, elegante, nobile, ricco… Proprio quello che ci vuole per te. A quando il matrimonio?
CLARA - Eh, ancora!
BIANCA - Il rispetto al defunto? Son già due anni.
CLARA - (con un sospiro) Due anni e tre mesi.
BIANCA - Vedi? Del resto, sposando De Lisa gli fai il minor torto possibile.
CLARA - Perché?
BIANCA - Non è tenente di cavalleria il conte?
CLARA - Ebbene?
BIANCA - (scoppiando a ridere) Almeno rimani fedele all'uniforme!
CLARA - (chiudendole la bocca con la mano) Vuoi finirla? Oggi sei proprio in vena…
BIANCA - Che vuoi? Non ci si vede mai…
CLARA - Colpa tua, carina. Io, lo sai, ricevo tutti i venerdì! Per te, poi, non ci sarebbe nemmen bisogno…
BIANCA - Ma come faccio, se non ho un minuto… O a scuola o a casa, con quella benedetta zia che non mi lascia respirare. Figurati, per venir qui oggi ho dovuto promettere d'accorrere alla prima chiamata. E vedrai che non tarderà.
CLARA - Cosicché, se tu non avessi pensato a me per quella tal cosa, se io non avessi accettato, se oggi non fosse venuto il giorno, chi sa quando ti facevi vedere.
BIANCA - Ti dispiace che io t'abbia scritto…?
CLARA - Sicuro. Che bisogno c'era di scrivere? Non potevi dirmelo? Che amica sono, allora?
BIANCA - Hai ragione. Ma, vedi, mi mancava il coraggio. Non volevo parere indiscreta… indelicata…
CLARA - Macché!
BIANCA - E se avessi potuto fare altrimenti… Ma che vuoi? In casa, con quella zia rigida, sospettosa, malata per giunta… nemmeno a pensarci. Fuori… che so? Incontrarsi a Villa Borghese…
CLARA - Oh! Si fosse trattato d'un amoretto…
BIANCA - Ma una cosa seria…
CLARA - Già: non era il miglior modo di cominciare. Poteva parere un'abitudine…
BIANCA - Ecco.
CLARA - Allora hai pensato che non rimaneva che un mezzo.
BIANCA - Un'intervista… in presenza d'un terzo…
CLARA - (scherzosa) La persona più adatta, naturalmente, Clara Delmi. Grazie. La parte di madre nobile mi va a maraviglia.
BIANCA - (seria) Non vorrei che te n'avessi a male.
CLARA - No, no. Anzi… (con un po' d'ironia) È un'occasione che non si presenta due volte.
BIANCA - Ho detto: -Tra tutte le mie amiche, Clara che è vedova, libera…
CLARA - …insospettabile…
BIANCA - Mi son fatta coraggio, e te l'ho scritto. E tu, sempre buona…
CLARA - La risposta merita un bacio.
BIANCA - (abbracciandola) Due! Uno qui, e uno qui, su' bei capelli neri.
CLARA - (con gravità comica) E così oggi, dodici luglio millenovecentoventisette, in casa della signora Clara Corsetti Delmi, in presenza e per intercessione della medesima, i due colombi si avvicineranno per la prima volta, solennemente.
BIANCA - Hai l'aria di non prender troppo sul serio…
CLARA - Ti pare?
BIANCA - È una cosa seria.
CLARA - Serissima. Il mezzo forse… Ma non bisogna badare che allo scopo. L'ha detto anche… e qui lo scopo è santo, non c'è che dire.
BIANCA - È inutile, Clara, te lo leggo negli occhi: tu non m'approvi. Eppure…
CLARA - Ma no: se t'ho detto che il fine giustifica i mezzi! Ah, è Cicerone! Vedi: l'ha scritto Cicerone.
BIANCA - Lasciamo dire. Eppure, io credo d'aver fatto meglio di tant'altre. Parliamoci chiaro. Chi sposiamo noi? Un uomo… incontrato per caso a una festa, alla passeggiata o al teatro; che ci segue poi quando andiamo alla messa o a far una visita; che si decide un bel giorno a dirci che ci ama; e che i nostri occhi finiscono col trovar bello.
CLARA - Mi pare naturalissimo.
BIANCA - Lasciami dire. Ma noi che sappiamo di lui? E lui che sa di noi? Nulla. Allora, quando l'amore - che dico? - quando il capriccio finisce, comincia il disgusto. Sfido io! Due che non si conoscevan per niente! Ma è la consuetudine! Lo so: rompiamola. Ma il mondo dirà! Lasciamolo dire. Io faccio a modo mio. Con un mezzo semplicissimo. Un annunzio su un giornale. La Tribuna, per esempio. Ecco: "Signorina così e così sposerebbe signore… Niente abbonamenti intempestivi… Lettere fino a tempo indeterminato, perché ci sia modo di conoscersi a vicenda, eccetera…". Mi si risponde, accettando. Eccentricità? Forse. Ma di questi tempi! E poi, così, almeno, l'uno sa qualcosa dell'altro: delle sue idee, dei suoi sentimenti. Le sorprese d'un primo incontro? Chi ci lega? Siamo sempre in tempo per troncare tutto. Oh, dimostrami un po' che facendo così faccio male, e che in quell'altro modo, secondo la consuetudine, sarei proprio sicura di cadere tra le braccia dell'uomo… de' miei sogni! Sì, il primo che ti capita tra i piedi, alla passeggiata!
CLARA - Parli come un libro stampato! Sei terribile.
BIANCA - No: vedi. Son cose che rimugino da tanto tempo nella mia testa. Ormai è una convinzione.
CLARA - Benissimo. Ma io non discuto le tue ragioni: ne faccio affar di cuore, io.
BIANCA - So quel che vuoi dire. La simpatia… l'amore… O non nascono anche dalla stima e dall'abitudine? In una cosa seria come il matrimonio, che decide della felicità di tutta la vita. Dio mio!, il fascino degli occhi e dei capelli dovrebbe ormai cedere il posto a tant'altre cose…
CLARA - (incredula) E tutte queste belle cose sei proprio sicura di trovarle in un uomo che ancora non hai visto?
BIANCA - Ho ritardato apposta il momento di trovarci insieme. Volevo conoscere intera l'anima sua prima che la mia persona potesse preoccuparlo… Quante lettere ci siamo scritte! Le sue sono riboccanti di sincerità. Sono sicura che non finge: non potrebbe scrivere così.
CLARA - (con un po' d'ironia) Dunque, puoi dirlo proprio l'uomo dÈ tuoi sogni.
BIANCA - Non so… Dopo che avrò parlato con lui… (una pausa) Potrò anche mutar idea, bada. Del resto, te l'ho detto, si è sempre in tempo. D'una cosa per ora sono certa. Moralmente, è quale lo volevo io.
CLARA - E tu sei per lui…?
BIANCA - (sorridendo) Come vuoi che ti risponda?
CLARA - T'ha mandato almeno il suo ritratto?
BIANCA - Sì.
CLARA - È un bel giovine? (Bianca sorride) E il tuo ritratto gliel'hai mandato?
BIANCA - (sempre sorridendo) No. Gli ho scritto che si contenti di veder poi l'originale. Finora…
CLARA - …dieta rigorosa. Ah, Ah! (ride)
BIANCA - Perché ridi?
CLARA - Il romanticismo cacciato dalla porta che rientra dalla finestra! Hai fatto bene, però. Nella fotografia tu ci scapiti enormemente. Devo aver qui… (s'avvicina a un tavolinetto che regge un album di fotografie, sfoglia l'album e addita una fotografia a Bianca che le si è avvicinata) Guarda!
BIANCA - Orribile! Strappala! (fa per levarla dall'album)
CLARA - (impedendoglielo) No, no. È la sola che ho di te.
BIANCA - Buttala via: te ne darò una migliore. Lì ero convalescente… Ti ricordi la mia malattia? Ih, che viso lungo, che occhi smorti! Spettinata poi! Già, non potevo nemmeno alzare le braccia, e accomodavo i capelli alla meglio, con qualche forcina. Questa fotografia poi l'ha fatta un dilettante: è un orrore. Brutta, brutta! Strappala te ne darò una migliore.
CLARA - (richiudendo l'album) La strapperò quando me la darai.
BIANCA - Quella fotografia mi calunnia!
CLARA - Va là! Che l'originale ti fa giustizia!
BIANCA - Ora mi aduli!
CLARA - Dopo averti fatta arrabbiare… Dimmi un'altra cosa. Non te n'avrai a male?
BIANCA - Sentiamo…
CLARA - Forse voglio sapere un po' troppo; ma nella mia qualità di terzo tra i due…
BIANCA - (scherzosa)… litiganti no, per l'amor di Dio!
CLARA - Allora, nella mia qualità di… madre nobile… un po' di curiosità interessata m'è concessa, no?
BIANCA - (con gravità comica) Sei nel tuo pieno diritto!
CLARA - Ecco, desideravo sapere… Ha una posizione sicura quel giovine?
BIANCA - Oh, modestissima! Non dovevo pretender da lui più di quel che io stessa potevo dare…
CLARA - Che c'entra! Tu…
BIANCA - Io! Cosa sono io? Una povera maestra. Lui è vicesegretario al Ministero del Tesoro. Metteremo insieme quanto ci potrà bastare per vivere modestamente. Del resto, né io né lui abbiamo grandi ambizioni. E poi… - è una mia idea - tra marito e moglie non ci devono essere grandi differenze. Si va più d'accordo.
CLARA - (con un po' d'ironia) Capisco benissimo. Vita ritirata e tranquilla. Una capanna e il suo cuore. T'invidio.
BIANCA - (vivamente) Tra me e te c'è una bella differenza. Tu sei stata educata in mezzo ai comodi; poi moglie d'un generale, ora prossima a diventar contessa…
CLARA - Eh, come corri!
BIANCA - Io, invece, lo sai, ho vissuto sempre modestamente: ci sono avvezza a quella vita lì. Casa e scuola, scuola e casa. A scuola mi ammazzo a far la maestra; a casa, mi ristoro facendo da infermiera alla zia, e guai se la lascio un minuto. Miracolo che non siano venuti ancora a chiamarmi!
CLARA - E questo signor… Come si chiama il tuo…?
BIANCA - Paolo! PaoloValeri.
CLARA - Questo signor Valeri che ritarda…
BIANCA - (guardando l'orologio) No.Ho anticipato io… Mancano ancora nove minuti alle sedici. (suono di campanello interno)
CLARA - Zitta: m'è parso di sentire… Lupus in fabula. È lui.
BIANCA - O piuttosto Giorgetto che viene a chiamarmi…

Scena IV
(Clara, Bianca, Adele)
ADELE - (entrando) La posta della signora.
CLARA - (a Bianca) Né l'uno né l'altro. (ad Adele) Date qui. (Adele le porge un fascio di libri e giornali, una lettera ed esce)

Scena V
(Clara, Bianca)
BIANCA - Sempre tra libri e giornali!
CLARA - Giornali di mode…
BIANCA - E libri di moda.
CLARA - Già. (mostrando la lettera a Bianca) Riconosci il carattere?
BIANCA - Mi pare e non mi pare.
CLARA - Lucilla Feri.
BIANCA - Ah! Un'altra compagna. Vi scrivete? Sta ancora a Firenze?
CLARA - Sì. Ha fatto un matrimonio magnifico.
BIANCA - Lo so. Con un Arbòri, m'hanno detto.
CLARA - Col Duca Arbòri. Centomila lire di rendita.
BIANCA - Avrà messo superbia.
CLARA - Con me, no. L'anno scorso, anzi, fui ospite sua, a Villa Arbòri. Affettuosissima. Ora ci si scrive sempre.
BIANCA - Di me non se ne ricorderà più. (suono di campanello interno)
CLARA - (alzandosi) Questa volta è lui.
BIANCA - Vedrai che è Gigetto.

Scena VI
(Clara, Bianca, Adele)
CLARA - (ad Adele, che entra) Chi è?
ADELE - Un ragazzo… Cerca la signorina Donati. (a Bianca) La zia la desidera subito subito.
BIANCA - (a Clara) Non te lo dicevo io? Mai un minuto di pace! (ad Adele) Fatemi il piacere di dirgli che vengo (Adele esce)
CLARA - Ma ritorni presto!
BIANCA - Appena il tempo d'arrivare a casa. Tanto, so cos'è. (S'avvicina allo specchio, si ravvia un po' i capelli, poi dà la mano a Clara) Perdonami, sai. E se vien lui, tu intanto puoi…
CLARA - Catechizzarlo?
BIANCA - Mi raccomando…
CLARA - (sorridendo) Tesseremo il suo elogio, signorina: si fidi.
BIANCA - Se mi fido! Tra mezz'ora. (esce)

Scena VII
CLARA - Povera Bianca! Vediamo di contentarla. (disigillando la lettera) Ora sentiamo un pò Lucilla. Quattro pagine fitte! (leggendo) "Carissima, ti rispondo con un po' di ritardo, perché da quando mio marito è tornato…" (continua a leggere a bassa voce) "La settimana scorsa poi occupatissima per una festa campestre organizzata da quel capo ameno del barone Ravelli. Una magnificenza! Se avessi visto! Figurati che…" Via, via! (percorre rapidamente le righe con lo sguardo) Dov'è? Ah, ecco! De Lisa. "C'erano anche le sorelle Carini, la contessina Gioli, la Marchesa Patti, tutto lo scic… Tra gli uomini Romei, Faberti, Gioli, De Lisa… Aspetta che ne sentirai delle belle!" Ah! (continua a leggere rapidamente sottovoce) Che m'importa… Ecco! "E non ho dimenticato, sai, di servirti. La nostra vecchia amicizia… A quelle ore indimenticabili…" Dio, che tormento! "Invigilo su De Lisa". Finalmente! "Ho notato che sta troppo accanto alla minore delle Carini, una bionda, un po' stupida…" Ah, canaglia! (gualcisce la lettera) "Ma non mi è riuscito di sorprendere che delle frasi insignificanti, come questa: - Un fiume d'oro, i vostri capelli! -" Puah! La stoppa! "Ier l'altro, in casa Faberti, dicevano d'una relazioncella di lui con una signora di cui non s'è fatto il nome…" Canaglia! "Ma par che tramonti… La corte che fa alla Carini invece prende una piega molto seria… La madre di lei fa di tutto… Bisogna stare attenti… (continua a leggere sottovoce, mordendo il fazzoletto) Scoppio! "Non puoi dubitare di me. Io sorveglio. Ti terrò informata di tutto. De Lisa è un po' leggero, ma in fondo non credo che…" Oh, che tradimento! C'è altro? No… È troppo! E io, che gli scrivevo or ora… Ah, se mi capitasse qui! (si lascia cadere sul divano, quasi convulsa)

Scena VIII
(Clara, Adele)
ADELE - (su l'uscio) Signora… Oh, scusi!
CLARA - Che c'è?
ADELE - Un signore… Stava riposando, forse?
CLARA - Chi?
ADELE - Il Signor Valeri.
CLARA - Quest'altro ora… Ditegli, che non posso… Non Posso! (Adele s'avvia) No: aspettate… (come colpita da un'idea improvvisa) Fatelo entrare! (Adele esce. Clara posa la lettera sul tavolino, s'avvicina alla finestra e respira profondamente).

Scena IX
(Clara, Valeri)
VALERI - (entrando, con impeto) Ah, Bianca!
CLARA - (voltandosi) No: sono l'amica di Bianca.
VALERI - (sorpreso) Come? (rimettendosi) Fortunatissimo… Paolo Valeri. (fa un inchino profondo)
CLARA - (inchinandosi leggermente) Clara Corsetti Delmi.
VALERI - Parente del generale?
CLARA - La vedova.
VALERI - Oh, allora scusi!
CLARA - S'accomodi. (siede, e fa sedere Valeri accanto a lei)
VALERI - Grazie.
CLARA - La mia amica é stata qui fino adesso. L'hanno mandata a chiamare; ma tornerà subito. Se non le dispiace, intanto, le terrò compagnia.
VALERI - Si figuri!
CLARA - E potrò diradarle un po' il mistero, perché mi pare che lei non sappia...
VALERI - Infatti...
CLARA - Non le ha scritto nulla Bianca, dandole convegno qui? (Valeri accenna di no). No? Ecco, si tratta di questo. Bianca, lo sa?, vive con una vecchia zia... Non potendo riceverla a casa, perché la zia..., ha pregato me, sua amica intima, di far le veci...
VALERI - Benissimo...
CLARA - Per questo, oggi, ho il piacere di riceverla in casa mia.
VALERI - (inchinandosi) L'onore, signora...
CLARA - (interrompendo) Ma che testolina bizzarra quella Bianca! Non dirle nulla!
VALERI - (cerimonioso) La sorpresa rende maggiore il piacere...
CLARA - Ma il piacere é tutto mio quando si tratta di far cosa cara alla mia Bianchina! Io mi congratulo con lei fin da ora, signor...
VALERI - ... Valeri
CLARA - ... Signor Valeri, per aver saputo scegliere così bene. È un tesoro davvero quella ragazza.
VALERI - Ah! Un tesoro!
CLARA - Anche Bianca, però, si può chiamar fortunata.
VALERI - Mi confonde. Io non merito...
CLARA - La pura verità. Bianca m'ha parlato tante volte di lei! Faranno una coppia modello.
VALERI - Cercherò almeno di non renderla infelice.
CLARA - E lo merita, sa. Una ragazza come oggi ce n'è poche. Seria, educata benissimo... Una fermezza di carattere poi... Oh! Se le capitasse un marito di quelli... le so dir io che saprebbe metterlo a posto.
VALERI - Sì?
CLARA - Ma con lei! Faranno una coppia modello. Un'eterna luna di miele.
VALERI - Grazie dell'augurio. E lei conosce Bianca da molto tempo?
CLARA - Oh! Un'amicizia di collegio...
VALERI - Sono le amicizie che durano di più.
CLARA - E le più sincere, anche. Creda che per Bianca ho un'affetto di sorella, non saprei darmi pace se quella ragazza facesse un matrimonio poco buono... Quella figliuola, vede, ha bisogno d'un uomo che la comprenda... che la secondi... che la lasci un po' fare, anche... Non uno di quÈ mariti che s'impuntano a ogni piccola cosa...
VALERI - Certo, certo.
CLARA - ... che voglion tutto a modo loro...
VALERI - Oh! Io non domanderei di meglio che lasciar fare a mia moglie.
CLARA - Giustissimo.
VALERI - (sorridendo) S'intende, sempre che mia moglie volesse delle cose ragionevoli. Se no... Ma con Bianca questo pericolo, lei m'assicura...
CLARA - ... non ci può essere. E se anche qualche volta... Lasciar correre... chiudere un occhio... Ma forse m'interesso troppo di cose che non mi riguardano.
VALERI - No, no: anzi... Se fosse così buona da darmi qualche consiglio... Lei che conosce Bianca da tanto tempo...
CLARA - E l'affezione che le porto!
VALERI - Devo ringraziarla.
CLARA - Perciò, le dicevo, chiudere un occhio, qualche volta. Noi donne, si sa, abbiam tutte, più o meno, de' capriccetti... (Valeri fa segno di no) Non dica di no: è nel nostro carattere. Io sono sincera. Delle bizze, anche... Compatire, signor Valeri: tutti abbiamo i nostri difetti. E Bianca, poi, ha tante ottime qualità, che...
VALERI - ...che ...
CLARA - ... che... se mai... qualche difettuccio - cose da nulla - non va nemmeno notato.
VALERI - Certamente. Dica, dica...
CLARA - Cosa vuol che le dica? È difficile...
VALERI - Per esempio...?
CLARA - Ma parlando così, a fin di bene, non vorrei nuocere a Bianca. Solo a pensarci...
VALERI - Ma no: le pare? Diceva...
CLARA - Dicevo... Cose da nulla. Ma, si sa, ci son quÈ mariti che a certe cosette ci badano, non ci voglion passare sopra, ne fanno un ... casus belli... e allora ne nasce... Invece, con un po' d'amorevolezza, d'arrendevolezza... E poi - lei mi darà ragione - è sempre una dolce catena quella che ci getta al collo la donna che ci siamo scelta per compagna...Anzi, quel volerci legare a lei è una prova innegabile del suo affetto... No?
VALERI - Dunque Bianca è un po' tiranna?
CLARA - Non lo ridica, per carità! Lei mi capisce male. Bianca è un carattere, le dicevo: un forte carattere. E farà felice davvero l'uomo che si fiderà in lei, a occhi chiusi.
VALERI - Dedizione completa, dunque.
CLARA - Ma dolcissima. Catena sì, ma di rose.Le braccia d'una donna...
VALERI - ... bella...?
CLARA - ... graziosa... Ah, mi dimenticavo che ancora lei non la conosce.
VALERI - Bianca ha voluto...
CLARA - ... prepararle una sorpresa, lo so.Ma io posso anticiparle la gioia... Bianca mi sgriderà... ma non importa... Non so resistere al piacere... Aspetti. (corre al tavolinetto e sfoglia rapidamente l'album) Ho qui il suo ritratto. (stacca dall'album una fotografia, e la dà a Valeri che si è avvicinato). Guardi.
VALERI - Ah!
CLARA - (con ironia finissima) Le piace?
VALERI - Eh!
CLARA - Distinta... è vero?
VALERI - Magrolina...
CLARA - Snella. E che occhi!
VALERI - Già. Ma non mi pare che abbiano molta espressione...
CLARA - Oh! Le fotografie, si sa, alterano sempre un po'...
VALERI - Capisco. Vedendola in persona...
CLARA - È tutt'altra cosa. Ma i lineamenti son quelli. Un po' più vivaci, ecco. Lì, poi bisogna dire la verità - era anche convalescente... Già, quella benedetta figliola non si può dire che stia mai bene... Peccato!
VALERI - Salute cagionevole?
CLARA - Malata no; anzi... Ma, sa, quÈ piccoli malanni... Mi ricordo che fin da quando eravamo in collegio...
VALERI - (che ha tenuto in mano la fotografia, osservandola, la ridà a Clara) Grazie.
CLARA - È contento, ora? Vede cosa ho fatto per lei? Ho trasgredito agli ordini perentori di Bianca. Almeno, non le dica nulla, per carità.
VALERI - (freddamente) Non dubiti.
CLARA - È contento? (una pausa) Scommetto che... Voialtri uomini siete tutti incontentabili!
VALERI - Incontentabili no...
CLARA - Ma difficili... difficili... Lei ora non me lo vuol dire, ma io l'indovino…
VALERI - Veramente...
CLARA - Come si dev'essere per piacervi?
VALERI - L'idea che m'ero fatto di Bianca...
CLARA - Era un'altra? Eh! Dio mio! Si sa, tra l'ideale e il reale ci corre... Ma lei non può negare che Bianca sia...
VALERI - ... bella?
CLARA - (fingendosi imbarazzata) Oh Dio! Carina...
VALERI - Le pare?
CLARA - (avvicinandoglisi, con grazia) Glielo ripeto: voialtri uomini siete tutti incontentabili! Come si dev'essere insomma, per piacervi?
VALERI - (con intenzione) Me lo domanda?
CLARA - La perfetta bellezza? Un'utopia.
VALERI - Non dica questo, lei: si fa torto.
CLARA - Un complimento? Badi che non ne accetto.
VALERI - (insinuante) Se fosse un complimento. (Una pausa)
CLARA - Perché ha scritto a Bianca, allora? Perché le ha scritto così? Chi lo costringeva? Ecco come siete, voialtri uomini. Con la più gran leggerezza...
VALERI - Leggerezza no... Ero sincero. Le sue lettere me l'avevan fatta immaginare... oh! molto diversa da quella che lei m'ha descritta.
CLARA - La colpa è mia, dunque? Che dolore mi dà! Non avrei parlato, se avessi potuto immaginare... Ma è stato lei... E poi, che ho detto che non torni a onore di Bianca? Nulla!
VALERI - Nulla... Ma la colpa, creda, non è sua. È del caso, che ha messo in relazione due esseri fatti per non intendersi... Meglio accorgersene in tempo.
CLARA - Ma no! Che dice? Lei si ricrederà. Aspetti di vederla, prima: il fascino della persona...
VALERI - (sorridendo) Non ho visto il ritratto?
CLARA - Ebbene... e non le dice nulla?
VALERI - Troppo, anzi. Mi dice che Bianca non è quale io l'ho desiderata... nemmeno fisicamente.
CLARA - (con vivacità) Ma, scusi, doveva aspettarselo: lei andava incontro a un'incognita! Anzi, a voler considerare tutte le possibilità, non può lamentarsi: Bianca non è brutta.
VALERI - No, non insista... E poi... se sapesse, lei!
CLARA - (come seguendo il filo d'un suo pensiero) Peccato, peccato... Io che già m'assuefacevo all'idea di saperlo sposo di Bianca... di contarlo tra' miei amici... di rivederlo qui...
VALERI - (con gioia) Tra i suoi amici! Ma certo, ma sempre, ma fin dal primo momento!
CLARA - (sorridendo) Con che impeto lo dice!
VALERI - L'impeto della sincerità.
CLARA - Lasci passare un po' di tempo, almeno... Non è mezz'ora che ci si conosce.
VALERI - Basta un minuto.
CLARA - (pensosa) È vero. Com'è strana la vita! Un'amicizia di vent'anni cade in un attimo, e un attimo basta a cementare un'amicizia eterna...
VALERI - Oh, grazie, di queste sue parole!
CLARA - Non si lusinghi troppo. Accennavo... così... a una teoria... (una pausa) Però, è anche vero - sa io sono franca - che per lei cominciavo a sentire... un po' d'amicizia. Peccato che questo matrimonio... Ci pensi!
VALERI - (con fuoco) No, no, no! Tanto meno ora, dopo quello che m'ha detto... dopo quello che ho avuto la felicità di sentire dalla sua bocca...
CLARA - (fingendosi meravigliata) Che le ho detto? Che sarei contentissima di saperlo unito con Bianca...
VALERI - No, non questo. Le sue parole m'hanno inebriato... m'hanno fatto sperare...
CLARA - Che?
VALERI - (trepidante) Legga... legga nel mio cuore...
CLARA - Perché?
VALERI - Perché... Noi poveri uomini siamo pur troppo senza difesa contro l'assalto improvviso della bellezza. Da mezz'ora io non sono più io.
CLARA - (fingendo di non comprendere) Ma che dice, ora?
VALERI - (agitatissimo) Oh! Mi risparmi una spiegazione... Cerchi di capirmi!
CLARA - (ridendo) No, proprio non la capisco. È un indovinello, lei. Parli chiaro: si direbbe che ha paura.
VALERI - (audacemente, prendendole una mano e baciandogliela) Paura, io! Ah! Clara, Clara...
CLARA - (alzandosi e scostandosi rapidamente) Ah! Ma è una dichiarazione... Lei mi sta facendo una dichiarazione... È ammattito? E io, sciocca, che non capivo... È mai possibile immaginare una cosa simile? Come? Lei s'introduce in casa mia, e osa! La sua è un'azione indegna! Indegna!
VALERI - (sconcertatissimo) Oh, Clara!
CLARA - (severa) Le proibisco di chiamarmi così. E se ne vada! (gli addita l'uscio con un gesto di disprezzo)
VALERI - (con un filo di voce) Mi scaccia? (suono di campanello interno).
CLARA - Sente? È Bianca. Se ne vada via subito, o lo svergogno davanti a lei!
VALERI - (balbettando) Ma... io...

Scena X
(Clara, Valeri, Adele)
ADELE - (su l'uscio) C'è la signorina.
CLARA - Fatela entrare un momento in camera mia, e tornate subito. (Adele s'inchina ed esce)

Scena XI
(Clara, Valeri)
VALERI - (con voce tremante) Io... volevo domandarle perdono... se lei ha potuto credere che le mancassi di rispetto... io...
CLARA - (voltandogli le spalle) Non so che farmi delle sue scuse.

Scena XII
(Clara, Valeri, Adele)
ADELE - Comandi...
CLARA - Accompagnate il signore. (Valeri tenta di balbettare qualcosa, ma, a un'occhiataccia di Clara, s'inchina goffamente ed esce, seguito da Adele)

Scena XIII
CLARA - Sciocco! (una pausa) Mi sono sfogata! (va al tavolino, prende la lettera, la guarda) Ah, Marco, Maria! (ripone, con un sospiro, la lettera e va all'uscio, chiamando:) Bianca!

Scena XIV
(Clara, Bianca)
BIANCA - (entrando) Non c'è?
CLARA - (prendendole le mani, e stringendogliele) Senti come tremo?
BIANCA - Che hai?
CLARA - Niente. (una pausa) È andato via or ora.
BIANCA - (ansiosa) Ah! Come?
CLARA - (con voce rotta) No, non è degno di te! Ringraziami. Ti sono amica, sai! (trascinandola verso il divano, e facendola sedere accanto) Vieni qui. Adesso ti racconto.

pagina a cura di    Gigante Lorenzo Maurizio    per Salvatore Mugno

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