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GIOVANNI BARBERA

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GIOVANNI BARBERA:

Nasce a Erice il 6 Agosto 1950

Dopo aver compiuto gli studi classici, interrompe quelli di Medicina verso i quali scopre di essere poco incline e asseconda in pieno la sua vocazione artistica - in particolare quella verso il teatro di prosa - recitando in lingua e in vernacolo. Esordisce come attor giovane nella Compagnia teatrale ericina Chiddi d"a trastula d'u munti, poi fa parte di altre compagnie artistiche ("La Zattera di Babele", "Lunae Dies Teatro"), lavorando sotto la direzione di registi professionisti in alcuni teatri locali (Erice, Segesta, Gibellina) e nazionali (Napoli, Bologna, Cagliari, Rovereto).
"Giovanni Barbera è attore completo, serio, versatile, ugualmente a suo agio sia nei ruoli drammatici che in quelli brillanti, dispone di una voce di straordinaria intensità, dal timbro caldo, piena di coloriture e di chiaroscuri, che ogni autore di teatro - e ogni regista - vorrebbero poter impiegare."

DICONO DI LUI
Gentile, sensibile e soprattutto spassoso compagno di lavoro, Giovanni l'ho conosciuto anni fa, abbiamo avuto l'occasione di fare qualcosa insieme per una mia amica poetessa che mi ha chiesto di organizzare una lettura delle sue poesie, io suonavo il pianoforte e Giovanni interpretava le poesie. Lo conoscevo appena, ma ho avuto sempre una grande ammirazione per lui, l'avevo sentito più volte nelle sue letture, conoscevo i suoi toni, la sua voce calda e melodiosa e senza nessun dubbio l'ho cercato. Grande come attore e come persona, gentile interprete e incantatore di anime nelle sue sempre perfette interpretazioni. Gentilezza, bontà, sensibilità lo contraddistinguono oltre alle sue indiscutibili capacità artistiche. In seguito abbiamo fatto delle letture insieme e delle prove per uno spettacolo in cui lui purtroppo non ha potuto recitare. (Rosalba Santoro, attrice).
Il bello della lettura, soprattutto di quella ad alta voce, è che si ridà vita a chi non è più qui. Filosofi erranti, poeti, scrittori, viaggiatori dello spirito, guadatori di mondi distanti anni luce, lasciano le pagine inerti e, attraverso la voce, ci parlano dalla distanza dei loro secoli. Per un po' sono stati con noi. Anzi, sono stati TRA noi.
Conosco Giovanni Barbera da alcuni anni, avevo avuto occasione di ascoltarlo in varie rappresentazioni teatrali e la sua sensibilità di lettore e di interprete mi aveva colpita prima ancora di conoscerlo personalmente. Insieme abbiamo condiviso alcuni percorsi nella letteratura in occasione di "Terrazza d'autore", la rassegna di cui sono ideatrice e curatrice assieme ad Ornella Fulco: per la VI edizione l'esperienza esaltante del racconto de "Il Gattopardo" nella splendida cornice del Baglio Genuardi a Bonagia e, nell'agosto del 2012, la trascinante narrazione di "Retablo", sofisticata ed enigmatica opera del grande scrittore siciliano recentemente scomparso, Vincenzo Consolo.
Abbiamo avuto il piacere di rendere vive, ancora una volta, alcune tra le più belle pagine della nostra letteratura. Amplificate dal microfono che, come le antiche cattedrali, contiene in sé immense architetture sonore, le parole hanno preso forma dal silenzio, giungendo da misteriose lontananze. Si è ricreata la straordinaria magia che lega autore, testo e lettore e che fa sì che la lettura delle parole di un grande autore sia una perenne riscrittura. Una voce calda, ben strutturata, ricca di sfumature, capace di penetrare l'essenza di un testo, quella di Giovanni Barbera. Un lettore che riesce a interpretare la pagina o il verso senza sovraccaricarli di orpelli, ma rispettandone la natura di "spartito per la voce", senza mai tradire, con istinti istrioneschi fuori luogo, quella che è l'intenzione dell'autore, eppure capace di trasfondere nel suo leggere parti di sé, della propria essenza di uomo e di artista. (Stefania La Via, poetessa, curatrice di eventi culturali).
Conosco Giovanni Barbera da sempre, da quando da Erice ci capitava di ammirare dal Balio il panorama della costa che da Pizzolungo va fino alla baia del Buguto, ai piedi del Cofano. Lì sul Monte, la villa comunale, diventava - nelle sere d'estate - palcoscenico delle sue performance fatte pizzicando la chitarra o raccontando l'ultima barzelletta con un'arte mimica di straordinaria efficacia.
Con lui, in anni lontani, ho fatto parte di Chiddi d"a trastula d'u munti, la compagnia di teatro amatoriale di cui fu anima e regista l'indimenticabile Pietro Salerno. Per citare qualche titolo, 'A truvatura di Vincenzo Adragna, e le commedie I Cavaleri e 'A Paci di Aristofane, Rancugghia, canovaccio di autore anonimo, tutte nelle versioni curate da P. Salerno e dallo stesso V. Adragna, presidente della Compagnia.
Giovanni ha prestato generosamente la sua voce durante i reading di alcuni miei racconti e di due recenti "Serate mariane" a Valderice. Conservo i filmati delle performance con cura gelosa. Quando mi capita di rivederli, quei filmati, si rinnova in me - intatta - l'emozione provata ascoltandolo dal vivo.
Giovanni Barbera è attore completo, serio, versatile, ugualmente a suo agio sia nei ruoli drammatici che in quelli brillanti, dispone di una voce di straordinaria intensità, dal timbro caldo, piena di coloriture e di chiaroscuri, che ogni autore di teatro - e ogni regista - vorrebbero poter impiegare. (Giovanni A. Barraco, amico d'infanzia).






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Questa scheda è stata redatta da Giovanni A. Barraco con la collaborazione di Rosalba Santoro e Stefania La Via

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