Archivio culturale di Trapani e della sua provincia
Alcamo e Garibaldi di Carlo Cataldo


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Cronaca di un Centenario

Manifestazioni "frenetiche", quasi pari a quelle riservate ai Garibaldini il 17 maggio 1860, Alcamo ha tributato alla Staf­fetta dei Mille che, partita da Quarto e sbarcata a Marsala, ha ripercorso l'itinerario della grande spedizione del 1860. Il ciclo delle celebrazioni alcamesi per il Centenario della morte di Garibaldi, si è aperto il 13 maggio 1982, alle ore 9, con il giro della Banda Cittadina per le principali vie.
Alle ore 9,30 al cinema teatro Euro il prof. Carlo Cataldo, presentato dal Sindaco Vito Turano alle Autorità e ad un folto pubblico, soprattutto di studenti, ha tenuto il discorso ufficiale sul tema "Alcamo e Garibaldi".
Ricordata la saldatura ideale del suo discorso con quello del prof. F. M. Mirabella nel Cinquantenario del 1860 (1910) e con l'altro del prof. Giuseppe Mistretta di Paola nel Cinquantenario della morte di Garibaldi (1932), l'Oratore si è soffermato sull'importanza della rivolta alcamese del 6 aprile 1860. Da quella rivolta, collegata con altre, derivò quello stato di agitazione permanente delle popolazioni della Sicilia occidentale contro il governo borbonico, che indusse Garibaldi alla sua spedizione, osteggiata da Cavour ma riuscita per il generoso apporto materiale e morale di patrioti siciliani (e, in prima linea, i due fratelli Sant'Anna da Alcamo) che sensibilizzarono le popolazioni.
Rilevato che l'Unità deluse le attese di quelle popolazioni, il prof. Cataldo ha così detto:
"Certo i Siciliani aspettavano qualcosa di più della semplice soluzione unitaria territoriale. Aspettavano un modo di vita più libero e più degno, che è ancora una chimera in alcune località della Sicilia, strozzate da sacche di irredimibile miseria o che riscontrano in adempiute istanze di giustizia e di redenzione morale e sociale, mentre spirali di odio e faide di potere le flagellano; mentre croniche crisi economiche dalle impressionanti proporzioni maturano fenomeni di scontento; e l'inadeguatezza con cui Stato e Regione rispondono alle necessità di ciascuno e di tutti crea l'incapacità di inserimento dei giovani (di centinaia di migliaia di giovani) nel mondo del lavoro".
Attualizzando l'impegno con cui il Presidente Spadolini ha chiamato gli Italiani alla lotta contro le quattro emergenze (terroristica, internazionale, economica e morale), il prof. Carlo Cataldo ha centrato la grandezza di Garibaldi, come del resto è stato affermato da Sandro Pertini, nella "dedizione alla causa popolare" e nella "fiducia nelle virtù positive dell'uomo".
È seguita quindi la lettura dei migliori lavori segnalati nel concorso tra studenti sul tema "G. Garibaldi", con introduzione di Erina Cataldo Baldassano.
Dal Cinema Teatro Euro, Autorità e pubblico sono confluiti in Piazza Ciullo; qui alle 11,30, all'arrivo della Staffetta dei Mille, il sindaco Turano ha rivolto il benvenuto della città. Allo scambio dei vessilli tra le due parti, è seguito il discorso del Sindaco dal balcone centrale del Palazzo del Comune. Il rag. Vito Turano ha evidenziato nella storica cerimonia, com'egli ha detto, "i segni indelebili del nostro glorioso passato" (...). Ed ha concluso augurandosi che "con l'aiuto di Dio la nostra Patria progredisca nella strada della libertà e della giustizia sociale".
Il pomeriggio dello stesso giorno si è avuto un incontro di Pallavolo nella Palestra Comunale e, in serata, sono stati eseguiti inni patriottici, in Piazza Ciullo, dalla Banda Cittadina.
Questa, l'indomani 14 maggio, alle ore 9 ha replicato il giro per le vie principali. Suggestiva e commovente, alle ore 10 in Piazza della Repubblica, la cerimonia di saluto da parte del nostro Sindaco alla Staffetta dei Mille in partenza per Partinico.
Vibrante lo scambio dei discorsi di commiato. Il Sindaco ha deposto due grandi corone di alloro dinanzi ai busti marmorei dei due fratelli Sant'Anna, mentre reparti dell'Arma scattavano sull'attenti, e una tromba della Banda Cittadina intonava il silenzio.
Si sono così concluse le celebrazioni centenarie alcamesi per la morte di Garibaldi, che hanno riscosso tanta sentita partecipazione di popolo.

(Da "Il Bonifato", a. II, n. 6, Alcamo, Giugno 1982)



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