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 BUSSOLA: Trapani Nostra - Libri - Giuseppe Vultaggio

Scrivi lu... Cori - di Giuseppe Vultaggio

PRESENTAZIONE


SCRIVI LU... CORI


Il XX secolo, oltre a portare diversi mutamenti nel campo politico-socio-economico della civiltà moderna, fu anche artefice di una sostanziale trasformazione nel campo artistico letterario, con particolare rilevanza nel settore poetico.
Partendo dal presupposto che la musicalità è la premessa necessaria ed insostituibile perché ci sia poesia, nei secoli precedenti quest'obiettivo fu raggiunto attraverso precise ed inderogabili norme metriche che, come sappiamo, erano quantitative nell'antichità classica ed accentuative nelle lingue romanze.
Il novecento - invece - rifiutò totalmente o quasi questa eredità, proponendosi di ricercare una maggiore essenzialità e genuinità d'espressione, in quanto il verso libero consente di adattare il pensiero poetico alle strutture letterarie e lessicali che il nostro tempo ci suggerisce per far si che il messaggio poetico possa più facilmente giungere al cuore dell'uomo.
Il verso chiuso - dicono i suoi detrattori - impedisce la libera espressione poetica, perché la poesìa, quando c'è, rompe ogni ostacolo, ogni schema e la sua tensione interna può fare a meno delle grucce della metrica e della rima.
Alle soglie del terzo millennio la questione del verso libero o verso chiuso continua ancora a condizionare il modo di esprimersi dei poeti, non quello, comunque, di Giuseppe Vultaggio, giovane poeta trapanese, legato in modo indissolubile al sublime afflato dei versi rimati.
Per il Vultaggio, l'uso spregiudicato e senza cognizione di causa del verso cosiddetto libero, ha trasformato la poesia in prosa, inflazionando il mondo poetico con una miriade di poeti che - probabilmente - tali non sono.
Giuseppe Vultaggio non concepisce la poesìa al di fuori del verso costruito secondo un ritmo ben preciso.
Quando lessi per la prima volta alcune sue composizioni poetiche, capii subito - nonostante alcune imperfezioni di carattere metrico - che mi trovavo di fronte ad un poeta che - probabilmente - ancora non sapeva di esserlo.
Erano dei semplici distici - in verità - ma in essi trovai tanto sentimento e tanta genuinità.
Intravidi il "poeta" che non si accontentava di accozzare parole su parole, ma di ricercare la tonalità dell'espressione poetica e una suggestiva musicalità.
Facendogli notare che il Pascoli non si fermò soltanto alle rime baciate della "cavalla storna", gli suggerii di cimentarsi in altre forme metriche, suggerimento che accettò ben volentieri.
Posso dire che in tanti anni che mi interesso di poesìa - e parecchi sono stati i giovani poeti che in tutto questo tempo hanno sottoposto le loro fatiche poetiche al mio modesto giudizio - Giuseppe Vultaggio è quello che ha recepito più degli altri in modo davvero sbalorditivo quelle "lezioni" di natura tecnica che ho avuto occasione di "impartirgli".
Prova ne sia che - sulle ali dell'entusiasmo per i notevoli risultati ottenuti - ha voluto partecipare al 2° Concorso di Poesia Religiosa "Carmina Deo " 2002 con la composizione "E Paci sia !" dove, in nove quartine ottonarie, dialoga - in un sogno dai connotati natalizi - con Gesù Bambino sui problemi che affliggono il mondo.
Questa poesia - premiata con la "Menzione di merito" dalla giuria - ha incentivato ancora di più il Nostro amico a produrre altre composizioni poetiche i cui miglioramenti stilistici sono davvero sorprendenti.
Un'altra di queste sue composizioni - dedicata a Trapani, città ove vive - è stata segnalata al VI° premio di Poesia e Narrativa Endas, un premio che - sicuramente - gli da uno stimolo in più a continuare su questa strada intrapresa, perché quando ci si pone con umiltà davanti alla poesìa - come in effetti sta facendo il Vultaggio - vuol dire che si è poeti, in altre parole si comprende il valore artistico, l'impegno riflessivo e tecnico che essere poeti comporta.


Alberto Criscenti
Poeta






pagina a cura di    Gigante Lorenzo Maurizio    per Giuseppe Vultaggio

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