Lina Clorofilla

Archivio culturale di Trapani e della sua provincia
"Frinzi di cori" di Lina Colorfilla

precedente

successivo

“BELLE EPOQUE” dal ’32 al ’90


Son nata tra l’uva zuccherina
cullata da profumi e da balocchi
come una gran signora o signorina
adornata da piume, strass e fiocchi.

Si era nel tempo dell’amore vero
illustrato su belle cartoline,
di gioia cantava il mondo intero
donne con tupè, cappe e treccine.

Fu essa l’era del gran cinema muto
con Charlie Chaplin, Fufi e la Celeste
al nudo nei teatri era il veto;
anche le ballerine eran modeste.

Maestose e grandi opere cantate:
Otello, Tosca, Turandot e Traviata.
Si esaltava il cuor alle serenate,
era dea la propria donna amata.

Ballavano allora tutti in famiglia
col grammofono dal puntino d’oro:
tempi di Charleston e di Quadriglia,
le sale addobbate eran d’alloro.

Quando poi scoppiò la Grande Guerra
il fuggi-fuggi fu quasi per tutti,
di piccoli Balilla pien la terra,
furono affranti i cuori e poi distrutti.

Sfilavano i soldati allor cantando
“Io parto amore e vado in Abissina”,
mesta ogni mamma, gli occhi dolorando,
salutava il figlio che stava in linea.

Venne l’autunno, silenzio nelle case,
triste la pioggia cadeva giù dal ciel,
sotto un fanal, con nostalgia di pace,
sentii cantar: “Con te, Lili Marlen...”

Dopo quattro lunghi anni di tempesta
come miracolo ritornò il sereno,
il mondo ritornò di nuovo in festa
andando a briglia sciolta senza freno.

La radio magica dando il bollettino
riportò nelle case un dolce canto:
apriva il cinguettio di un uccellino
che risuonava nelle stanze come incanto.

Ancora un poco e cominciò il progresso
che tutti ci portò in alto mare,
ogni valore, peccato, andò perso,
dato che l’uomo non ci seppe fare.

Triste quel mare in abbraccio alla sua mamma
perché la vede squallida e svestita
e dove prima v’era dolce fiamma
ora v’è fiele e ognun toglie la vita.

Ma finché campana suona ancora,
c’é speranza di nuova aurora.


E-mail e-mail - redazione@trapaninostra.it