BABILONIA

Inebriati da rombi assordanti
e sazi di continui veleni...
anche il bimbo in grembo patisce.
Presto fuggiamo ad eremi andiamo
verso le scintillanti vette
ove sono nati allor quei monasteri;
fa che non posi l’occhio
giù in quella livida fossa
di fredde piante geometriche,
ché mute ombre s’aggirano attorno
e non vediamo il sorriso del sole
quando felice si spoglia per noi.
Luglio ci porta sulle sabbiose spiagge
per riposar in quel letto profumato
ma anche lì, purtroppo inquinato,
il mar non canta la canzone antica
e i pesci a galla danzano senza vita.
Tanto impazzita ormai l’atmosfera
non sa tenere più il suo equilibrio,
come maledizione tutto va in malora
anche lassù, in quell’immenso spazio,
dove pascola quel gregge assai sperduto;
non sa più attingere acqua benedetta
per far la doccia agli esseri viventi.
Ormai quel che di rado viene giù
son solo lagrime del nostro buon pastore
perché il figlio della terra
ha reciso quei grandi valori.