È stato letto al termine di ogni celebrazione eucaristica, in tutte le chiese della Diocesi, il Messaggio inviato dal nostro, Vescovo Pietro Maria Fragnelli, in occasione del 2 novembre,giornata della commemorazione di tutti i fedeli defunti. Il messaggio, che ha per titolo «LA DEBOLEZZA, LA FOLLA E L’AIUTO» viene ora riproposto ai nostri lettori, sicuri di far loro cosa gradita. Di nostro, non aggiungiamo commenti, il messaggio parla direttamente al cuore dell’uomo,la lettura può essere di giovamento anche a chi non ha la “fortuna” di credere.
La commemorazione dei defunti: il loro sostegno aiuta la nostra debolezza. Domenica 2 Novembre, è il giorno della commemorazione dei defunti: la chiesa, in tutte le sue comunità, invita a pregare per i defunti: non solo per i propri cari ma per tutti, soprattutto per quelli che nessuno ricorda. L’abitudine di pregare i defunti è antica quanto la chiesa: la speranza dei cristiani è ben nota al mondo fin dall’esperienza delle catacombe.
Il nostro vescovo ha indirizzato questo messaggio ai fedeli.
Domenica alle ore 10.45 concelebrerà la Santa Messa in suffragio dei caduti di tutte le guerre presso il Cimitero Comunale di Trapani.
Trapani, 1-2 novembre 2014
LA DEBOLEZZA, LA FOLLA E L’AIUTO
“La nostra debolezza è molto aiutata dalla fraterna sollecitudine” delle nostre sorelle e dei nostri fratelli che sono già “abitanti del cielo”: queste parole della fede cristiana riassumono molto bene quello che provo mentre mi accingo a varcare la soglia del nostro cimitero cittadino.
Mi dico: chi dà la forza a chi è stato visitato da sorella morte in quest’anno? La debolezza ha tante facce: colpisce i figli che hanno perso i genitori, ma anche i genitori che hanno perso i figli; colpisce i lavoratori che hanno visto colleghi morire sul luogo di lavoro; colpisce alunni che vedono i posti lasciati vuoti da compagni e compagne morti in incidenti stradali; colpisce famiglie che hanno visto partire congiunti a causa di malattie incurabili o per violenze mafiose che nessuno riesce a bloccare; colpisce militari e forze dell’Ordine che perdono colleghi coraggiosi e fedeli al dovere; colpisce volti e cuori a noi sconosciuti che hanno perso i loro cari nei marosi del Mediterraneo o nella follia delle guerre, colpisce donne lasciate sole nel dramma dell’aborto.
Davvero siamo folla, noi che varchiamo la soglia dei cimiteri in questo 2 novembre.
Siamo folla, sì, eppure siamo comunità.
La fede cristiana insegna che “fino a quando il Signore non verrà nella sua gloria, accompagnato da tutti i suoi angeli, fino a quando, cioè, distrutta la morte, non gli saranno sottomesse tutte le cose”, Egli già fa dei suoi discepoli una sola cosa: “alcuni sono pellegrini sulla terra, altri, compiuta questa vita, si purificano ancora, altri infine godono della gloria contemplando chiaramente Dio uno e trino, qual è” (cfr. Lumen Gentium 49).
In questa misteriosa, ma vera comunità noi ci aiutiamo: noi aiutiamo i defunti con le nostre preghiere e particolarmente con la santa Messa, e i nostri defunti dal cielo aiutano noi. Il loro è anzitutto un aiuto psicologico e morale: ci aiutano a tenere sveglia la nostra coscienza umana, sempre a rischio di addormentarsi per i successi o deprimersi per le sventure della vita. I nostri defunti ci riportano alla dimensione pellegrinante e trascendente dell’esistenza, al fatto che siamo tutti mendicanti di verità e di amore nel pellegrinaggio della vita. Vita che comunque è breve. Ma il loro aiuto è anche spirituale: i discepoli che sono con Cristo, ormai nella luce della verità cristiana, pregano per noi e fanno circolare ancora di più la ricchezza della carità di Cristo nel Corpo mistico di cui tutti facciamo parte.
Nell’entrare nel cimitero prenderò sotto braccio tutti i fratelli e le sorelle che il Signore mi ha dato in questa terra santa e dirò: Venite, andiamo incontro a coloro che sono chiamati a risorgere. La morte non ci spaventi. Anche noi siamo chiamati alla vita che non muore! Noi siamo comunità in Cristo risorto.
+ Pietro Maria Fragnelli
Vescovo di Trapani
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