Alberto Barbata


la copertina del libro

- la copertina -
Piazza vitt. emanuele
monumento
ai caduti
e chiesa madre,
foto del 1938
del Cav.
Ignazio Montalto




Un vivo ringraziamento
al Cav. Vincenzo Montalto
di Castelvetrano,
per aver consentito la pubblicazione delle immagini di Paceco scomparsa, tratte dall'archivio del padre, Cav. Ignazio.



Al Cav. Emilio Curatolo
un particolare ed affettuoso grazie per le immagini fornitemi del ventennio fascista.

Archivio culturale di Trapani e della sua provincia

L'AUTONOMIA PERDUTA E RITROVATA
di Alberto Barbata


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L'Autonomia perduta e ritrovata

Al fine di ritornare al problema dell'autonomia comunale non possiamo tralasciare tuttavia di ricordare Matteo Gervasi fu Giuseppe, già Commissario Prefettizio del Comune instancabile realizzatore della sistemazione della Piazza V. Emanuele, il quale con ordinanza della Commissione Provinciale per le ammonizioni, in data 14 febbraio 1928, venne diffidato, con verbale da rimettersi ai sensi dell'art.166 della legge di P.S., in quanto denunziato per l'ammonizione quale pericoloso per l'Ordine Nazionale.
Il Questore, con sua nota, del 15 febbraio, inviata al Commissario Prefettizio di Paceco, delegò quest'ultimo a procedere alla diffida, affinchè il Gervasi "non dia ulteriormente luogo a rilievi di intralciare con la sua attività l'Opera del Governo nazionale nel combattere la delinquenza". Cosa significasse "intralciare", non si riesce ad evincere dalle poche carte rimaste, tuttavia la figura del Gervasi ritornerà preponderante nella questione della perduta autonomia comunale.(11)
E' certo che la nomina del 1° agosto in persona del De Felice era stata preparata in vista degli accadimenti dei prossimi giorni di quel mese, destinato ad essere una data importante nella storia del paese.
L'8 agosto, infatti, Vittorio Emanuele firmava in Roma il regio decreto di "Aggregazione del Comune di Paceco a quello di Trapani", pubblicato poi nella Gazzetta Ufficiale del 5 settembre, n.202.



Il Commissario Prefettizio, Matteo Gervasi, difensore dell'autonomia civica.

Nel decreto oltre ad essere citate le "domande" del Podesta di Trapani e del Commissario Prefettizio di Paceco, si recitava che si era visto il parere favorevole espresso dal Rettorato della Provincia di Trapani nell'adunanza del 28 febbraio e si era "sentito" il Consiglio di Stato sezione prima, il cui parere, in data 27 luglio, "s'intendeva riportato nel presente decreto". Infine il Re, sulla proposta del Capo del Governo, Primo Ministro Segretario di Stato e del Ministro Segretario di Stato per gli Affari dell'Interno, decretava che il Comune era aggregato a quello di Trapani. Il Decreto era controfirmato, come di rito, da Mussolini e dal Guardiasigilli Solmi. In verità altre aggregazioni erano state decretate fin dal 1928 e continuarono anche oltre il 1938, come quella di Borgo Panigale al Comune di Bologna e di diversi comuni in Sardegna, in provincia di Como ed in altre regioni.(12)
La notizia del decreto arrivò improvvisa, in una giornata di caldo atroce e di scirocco e sconvolse certamente le menti elette del paese, sia rosse che nere, ma anche a Trapani la notizia non lasciò allegri alcuni personaggi moderati del Regime.
Alcuni piansero, come raccontavano i vecchi del paese, altri si disperarono e furono presi da una rabbia che non trovava pace.
Tra di essi figurano non solo quelli che vollero sapere di più e chiesero copia dell'atto deliberativo al Comune, ma anche personaggi particolari che avevano speso le loro energie all'insegna del rinnovamento del paese all'interno delle istituzioni del Regime.
I "compagni" tacquero apparentemente, ma consapevoli della pericolosità del momento, decisero di aspettare momenti migliori per riscattare il paese dall'onta subita.
Matteo Gervasi non si rassegnò ed assistito da due insigni avvocati, Giovanni Palazzolo e il Prof. Francesco D'Alessio, presentò ricorso al Consiglio di Stato contro il Ministero dell'Interno, non costituitosi poi in giudizio, e nei confronti del Comune di Trapani, in persona del suo Podestà, comm. Domenico Piacentino che fu assistito dall'avv. Vincenzo Salami di Roma, e del Commissario Prefettizio del Comune di Paceco, anch'esso poi non costituitosi in giudizio.
Il ricorso verteva, naturalmente, all'annullamento del decreto reale dell'8 agosto 1938, con il quale il Comune di Paceco veniva aggregato a quello di Trapani.
L'atto fu notificato al Ministero dell'Interno, al Podestà di Trapani e al Commissario Prefettizio di Paceco il 1° di novembre 1938 e depositato il 29 dello stesso mese. Il 21 di novembre 1940 il ricorrente Gervasi depositò una memoria a rincalzo del ricorso.(13)
Avverso tale ricorso soltanto il Comune di Trapani depositò un contro ricorso in data 6 dicembre 1940.
La pubblica udienza presso il Consiglio di Stato si tenne i1 12 maggio del 1942 e relatore fu l'illustre consigliere Miranda, presenti le parti rappresentate dagli avvocati sopracitati per le deduzioni e conclusioni.


(11) A.S.C. - Carpetta del Podestà - Gab. Anno 1928.
(12) Raccolta ufficiale delle leggi e decreti del Regno d'Italia - Anno 1938 - XVI ~ Vol. Quinto. Roma, 1938.
(13) Consiglio di Stato - Ricorsi nO 898/38.


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La Koinè della Collina
Associazione Culturale
Paceco
2005







Ringrazio l'amico
Vito Accardo
per avermi
fatto conoscere
questo libro







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