Alberto Barbata


la copertina del libro

- la copertina -
Piazza vitt. emanuele
monumento
ai caduti
e chiesa madre,
foto del 1938
del Cav.
Ignazio Montalto




Un vivo ringraziamento
al Cav. Vincenzo Montalto
di Castelvetrano,
per aver consentito la pubblicazione delle immagini di Paceco scomparsa, tratte dall'archivio del padre, Cav. Ignazio.



Al Cav. Emilio Curatolo
un particolare ed affettuoso grazie per le immagini fornitemi del ventennio fascista.

Archivio culturale di Trapani e della sua provincia

L'AUTONOMIA PERDUTA E RITROVATA
di Alberto Barbata


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L'Autonomia perduta e ritrovata

Terminata la guerra, gli avvenimenti amministrativi si riaprirono nuovamente come in un ventaglio, in un crescendo continuo. La ricostruzione degli eventi è stata possibile, tramite la documentazione saggiamente conservata da Pietro Grammatico nel suo Archivio, ora depositato, per la fruizione agli studiosi, nel Fondo a lui intitolato presso la Biblioteca Comunale.
Il 29 agosto Grammatico ringrazia il Sindaco della città di Trapani, Manzo, per l'onore tributato gli, nominandolo Delegato Municipalè per la Frazione di Paceco (la nomina è datata 25 agosto e gli pervenne il 26 agosto tramite il brigadiere Todaro), ma dichiara di non potere accettare, giacchè le sue occupazioni non gli lasciano alcun margine di tempo per dedicarlo, ancora in più di quanto attualmente ne dedica in favore della popolazione. E' interessante la motivazione con la quale il Sindaco Manzo giustifica la nomina di Pietro Grammatico. In essa si afferma che "la indiscussa probità della S. Ve l'attaccamento alla popolazione di questo Comune, sono arra sicura della cooperazione che sarà per darmi in questo delicato periodo che attraversa la nostra città".(17)
La motivazione vera, invece, risiedeva nel fatto che Grammatico non aveva ancora discusso e stabilito cosa fare con i compagni del suo Partito. Il problema era politico, il momento era prematuro e le decisioni nei partiti della sinistra, in quel tempo, erano decisamente collegiali.
Subito dopo e precisamente il 24 settembre, l'avvocato Ludovico Canino venne in Paceco, incaricato espressamente dal Prefetto, al fine di convincere il Grammatico ad accettare la carica.
Grammatico riferisce espressamente, in un foglio di memorie, che il 30 settembre, recatosi a Paparella (odierna Valderice) e non avendo trovato il Prof. Costa, si decise ad andare a Trapani per accettare, in conformità a quanto stabilito, in una riunione con i compagni di Paceco, la carica. Incontra il Prefetto (paolo D'Antoni), "con il quale raggiunsi senza tensione l'accordo in merito all'opera che io mi propongo di svolgere per l'autonomia amministrativa di Paceco. Recatomi dal Sindaco, intavolai la discussione mettendo in rilievo le aspirazioni del popolo di Paceco per ottenere l'autonomia amministrativa e feci presente tutte le necessità del paese. In tutte le questioni ottenni ampia libertà d'azione. Accettai la carica".(18) Ma Paolo D'Antoni, nominato dagli alleati e futuro Prefetto di Palermo, era un celebre avvocato trapanese con il quale si poteva dialogare e programmare, in quanto espressione più alta della democrazia popolare della Città.
Ormai la macchina si era messa in movimento e nessuno l'avrebbe più fermata.
Il 26 aprile del 1944 il Prefetto di Trapani, avv. Paolo D'Antoni, inviò una relazione dettagliata sulla "Ricostituzione del Comune di Paceco" al Ministero dell'Interno - Direzione Generale dell'Amministrazione Civile, in Salerno, dove risiedeva il primo gabinetto presieduto da Alcide De Gasperi, al quale si deve il primo referendum istituzionale e la prima consultazione elettorale politica.(19)
D'Antoni poneva in evidenza che il provvedimento del regio decreto di aggregazione era stato "espressione faziosa e subdola del fascismo e del tornacontismo egoistico di esponenti locali interessati" e, pertanto, meritava di essere revocato "non solo per un principio di giustizia, ma altresì, e principalmente per la migliore garanzia e la tutela degli interessi, di un importante unitario centro rurale, e per il migliore e più efficiente potenziamento della economia agricola ed industriale del posto, nell'interesse nazionale" e continuava sostenendo che "l'aggregazione del Comune di Paceco a quello di Trapani, ha rappresentato difatti, l'annullamento altrochè del sacro diritto dei cittadini ad avere una legittima, legale rappresentanza, anche la svirilizzazione e l'annientamento dei pubblici servizi indispensabile con danno vivissimo della locale, laboriosa, industre, pacifica popolazione".



Il prefetto Paolo D'Antoni e Mons. Corrado Mingo, Vescovo di Trapani, in una foto del 1960.

Dopo un breve excursus sulla storia e posizione geografica del luogo, D'Antoni si soffermava sullo sviluppo demografico d Paceco e sulla grande attività agricola del paese, sulla pastorizia e sulle attività connesse, sulla vitalità amministrativa che il Comune aveva avuto proficuamente ed intensamente fino al 1938 e sulla capacità delle sue classi sociali e loro potenzialità finanziaria ed economica.
Successivamente, dopo aver analizzato i pretesti dell'aggregazione, sostenendo inesistenti i motivi addotti, esaminava il Prefetto la dolorosa realtà del dissolvimento della vita aministrativa di Paceco, evidenziando che il Comune di Trapani non aveva mai potuto mantenere le promesse fatte nel provvedimento, da cui era scaturito il decreto del Governo fascista, soprattutto nel campo dell'igiene, della viabilità, dell'approvvigionamento idrico ed infine sottolineando l'inasprimento della pressione tributaria che avevano dovuto subire i cittadini.
Si faceva presente che "a seguito dei noti avvenimenti (la guerra), delle sopravvenute esigenze, anche igienico-sanitarie, oltrechè fiìnanziarie, e per la quasi totalità distruzione di alcuni quartieri della città, l'Amministrazione Comunale di Trapani, a maggior ragione, nell'avvenire non potrà tenere conto, come dovrebbe, e lo potrà una locale amministrazione civica, degli interessi vitali della popolazione di Paceco. Molti gravi problemi dovranno essere affrontati dall'Amministrazione Comunale di Trapani onde mettere la città duramente provata dagli e1lenti bellici, in condizione di potere vivere".


(17) B.C. Paceco - Fondo Grammatico - Carp. VI - Pratica Autonomia Comune di Paceco (1943-1946).
(18) B.C. Paceco - Fondo Grammatico - Carp. Cito
(19) B.C. Paceco - Fondo Grammatico - Carp. Cito - Relazione D'Antoni.


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La Koinè della Collina
Associazione Culturale
Paceco
2005







Ringrazio l'amico
Vito Accardo
per avermi
fatto conoscere
questo libro







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