Alberto Barbata


la copertina del libro

- la copertina -
Piazza vitt. emanuele
monumento
ai caduti
e chiesa madre,
foto del 1938
del Cav.
Ignazio Montalto




Un vivo ringraziamento
al Cav. Vincenzo Montalto
di Castelvetrano,
per aver consentito la pubblicazione delle immagini di Paceco scomparsa, tratte dall'archivio del padre, Cav. Ignazio.



Al Cav. Emilio Curatolo
un particolare ed affettuoso grazie per le immagini fornitemi del ventennio fascista.

Archivio culturale di Trapani e della sua provincia

L'AUTONOMIA PERDUTA E RITROVATA
di Alberto Barbata


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L'Autonomia perduta e ritrovata

Inoltre, dopo un'analisi della situazione economico-finanziaria della città, l'avv. D'Antoni faceva rilevare un dato importante sulla situazione territoriale che era stata "magna pars" delle motivazioni addotte a suo tempo in difesa della aggregazione. Al sesto punto delle deduzioni si dice espressamente: "che la cennata necessità di correggere una incogruenza ed illogicità della ripartizione territoriale, ove il territorio di Paceco s'interseca irregolarmente in quello di Trapani, è stato uno specioso pretesto, per continuare a perpetuare una situazione di fatto, che in avvenire, ai danni di Paceco, dovrebbe essere eliminato. Questo dimostra come, per volontà di interessi feudali e personalistici, il territorio che avrebbe dovuto essere del Comune di Paceco, per rapporti di continuità, di indipendenza economico-agricolo-commerciale, ha fatto parte invece del Comune di Trapani. Non Paceco avrebbe dovuto essere aggregato a Trapani, ma la parte del territorio di Trapani, che sta fìnitima a quella, già del Comune di Paceco, avrebbe dovuto essere attribuita a detto Comune. E ciò avverrà sicuramente in avvenire."
La profezia di Paolo D'Antoni si rivelò autentica e vera, ma il miracolo sarebbe avvenuto in parte, circa trent'anni dopo, con la nota rettifica dei confini tra i due Comuni, avvenuta con decreto regionale.
Infine, dopo un'esame spassionato delle vocazioni e delle tradizioni storiche delle due realtà comunali, il Prefetto, nella sua conclusione, chiedeva la assoluta urgente necessità della revoca del decreto reale, con provvedimento di eccezione, nella conside­razione che il seguire la procedura ordinaria, prevista dalle vigenti disposizioni per la erezione in Comune autonomo di una Frazione, avrebbe tratto a lungaggini dannose.
Il 24 maggio il Ministro Mancini, da Salerno, assicurava l'avvocato Mariano Costa di aver ricevuto il "memoriale" e che l'indomani avrebbe interessato il Ministro dell'Interno, Romita.
Nel contempo la "pratica" doveva seguire il suo iter burocratico e à Paceco si aspettava con ansia una risposta e la speranza non demordeva di riuscire nell'intento. Un'anno era trascorso e Pietro Grammatico scrisse una lettera, datata 8 settembre, per la Sezione Socialista, a firma del segretario locale del tempo, Sebastiano Basiricò. La lettera, inviata alla Direzione del Partito e per conoscenza al Vice Presidente del Consiglio dei Ministri, Pietro Nenni, era del seguente tenore: "Il 26 luglio 1945 con lettera n.15221 Div.2/ I, partiva dalla Prefettura di Trapani, corredata di tutti i pareri richiesti, la pratica per ottenere il ripristino dell'autonomia del Comune di Paceco. Ci permettiamo due parole di storia: nel 1938, l'allora Prefetto Dompieri, volendo creare la grande Trapani, non potendo, per ragioni di opportunità, aggregare al capoluogo una delle frazioni del Comune di Erice, che rappresenta la continuazione dell'abitato di Trapani, ottenne che gli venisse aggregato il nostro paese, distante dal centro km.7. Questo fatto disgustò financo i locali fascisti di allora, i quali, ad onor del vero, sostennero un ricorso innanzi la 4a Sezione del Consiglio di Stato. Logicamente ne ebbero la peggio. Non staremo a parlarvi del grave disagio della popolazione costretta per ogni minima cosa spostarsi per raggiungere il capoluogo. Dal 1943 ad oggi abbiamo sostenuto noi, e tutti gli altri partiti locali, la necessità che l'autonomia amministrativa venisse accordata al nostro paese. Non vi raccontiamo dei lavori compiuti. Vi informiamo che la pratica, con tutti i pareri favorevoli, è stata rimessa al Ministro degli Interni, ragion per cui ci permettiamo richiamare l'attenzione della Direzione del nostro Partito affinchè voglia cooperarsi a far ottenere il tanto aspettato decreto di reintegra nell'autonomia amministrativa. Crediamo superflue lunghe disquisizioni, giacchè siamo convinti che nessuno potrà mai approvare l'abuso compiuto dalle autorità fasciste di allora, e nessuno vorrà avversare le legittime aspirazioni di questi Lavoratori, i quali sono sicuri ridare al nostro paese l'amministrazione socialista che diresse la cosa pubblica fino al 1923. Gradiremo un segno di risposta e con i sensi della più profonda gratitudine, vi porgiamo i ringraziamenti di tutta la popolazione di Paceco".
Da Roma, il 19 settembre, l'Ufficio Enti Locali del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, assicurò la Sezione di Paceco della predisposizione del provvedimento da parte del Ministero degli Interni e che la soluzione del problema si riteneva favorevole.
Successivamente, il 31 ottobre, da Roma, l'Ufficio Enti Locali del Partito Socialista assicurava la sezione di Paceco del risultato positivo, seguito ad una visita effettuata presso il Ministero. La lettera recita: "La domanda di ricostituzione del Comune di Paceco è già stata esaminata dal suddetto Ministero e trasmessa all'approvazione del Consiglio dei Ministri con parere favorevole. La firma del decreto è prevista per il prossimo novembre e la conseguente pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale per i primi di dicembre. Procureremo di esservi precisi al più presto sull'esito finale della pratica, che sembra ormai avviata a felice conclusione".
Il decreto legislativo luogotenenziale, fu firmato da Umberto di Savoia, controfirmato dal Presidente De Gasperi, dal Ministro Romita, e vistato dal Guardiasigilli Palmiro Togliatti, in data 22 dicembre 1945 e reca il numero 866. Fu pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.32 del 7 febbraio 1946. Il Comune veniva ricostituito con la circoscrizione preesistente all'entrata in vigore del regio decreto del 1938 ed il Prefetto di Trapani, sentita la Giunta Provinciale amministrativa, era in­caricato di provvedere al regolamento dei rapporti patrimoniali e finanziari fra i due Comuni. Si stabiliva, inoltre, che l'organi­co del ricostituito Comune di Paceco non avrebbe potuto essere superiore, così come quello di Trapani, a quello assegnato anteriormente alla fusione disposta con il regio decreto n.1329 dell'8 agosto 1938.(20)
A Paceco, intanto, si innalzarono inni di gioia e si attese l'ultimo atto: il decreto prefettizio della ripresa delle attività municipali e la nomina del nuovo Commissario prefettizio per l'amministrazione temporanea del Comune.
Antonino Maugeri, un burocrate intelligente e di grandi capacità, sarà il nuovo Segretario Comunale ed il ricostruttore, in­sieme a Pietro Grammatico, guida politica del paese, del rinato Comune e della sua vita amministrativa.
In una fitta e proficua corrispondenza tra i due, che si legheranno nel tempo di affettuosa amicizia e profonda stima, sono evidenti i preparativi per la messa in moto della macchina comunale, anche nei più piccoli particolari che agli occhi di oggi risaltano e rivivono di nuova luce.
Scriveva Maugeri, da Trapani, il 21 marzo del 1946: "La nostra pratica è stata trattata dalla Giunta (G.PA.) ieri ma il decreto non è ancora compilato" e si preoccupa di fare dire a Zuso (Guardia Municipale) che s'interessi dell'apertura e dei vetri da mettere alle finestre.



Corteo nell'immediato dopoguerra: sono riconoscibili al centro della foto il segretario comunale rag. Antonino Maugeri, il vice-sindaco Diego Curatolo e dietro il giovane prof. Franco Vacatello, consigliere comunale.

L'indomani, il Prefetto Azzaro, con decreto (n.725 gab, spedito il 26) proprio nominava Pietro Grammatico Commissario prefettizio per la temporanea amministrazione del Comune di Paceco.
Nelle successive lettere, il Segretario Maugeri provvedeva ad informare Pietro Grammatico, sul decreto dei rapporti patrimoniali e finanziari, ed infine gli comunicava che il Comune avrebbe iniziato a funzionare il primo aprile. Nell'ultima lettera di Antonino Maugeri (del 26 marzo), conservata nel Fondo Grammatico, vi sono gli ultimi accorgimenti per l'apertura del Comune: "Preg.mo Sig. Grammatico, è stato già emesso e spedito il decreto di nomina del Commissario Prefettizio di Paceco, nella sua persona. Congratulazioni vivissime.
Da domani la posta arriverà anche al Comune di Paceco. Prego avvertire Zuso che per domani sarà sufficiente un solo carro perchè l'anagrafe qui non è ancora pronta e perchè mi è stato promesso da Trapani un traino. L'aspetto domani mattina alle 8.30 davanti il Municipio di Trapani. Ossequi e ... ... molti auguri"
.
Stavano per ritornare a casa, su di un "traino", gli antichi registri dell'anagrafe, del decurionato municipale e dei consigli comunali. Stava per essere ridata ai pacecoti la loro storia, la loro vita ed un gruppo di nuovi pionieri si era messo al lavoro.
Le nuove elezioni comunali si sarebbero svolte il 27 ottobre di quell'anno e Pietro Grammatico sarebbe stato eletto Sindaco, con 2718 voti.(21)



Una delle ultime immagini ufficiali del Seno Pietro Grammatico, Sindaco di Paceco, che, in occasione di una cerimonia scolastica, riceve il saluto del provveditore agli studi (1959).

La ricostruzione della storia dell'autonomia comunale perduta e ritrovata di Paceco ci consente oggi, in un clima nuovo di pacificazione, di guardare con occhio disincantato vicende ed accadimenti difficili e "dolorosi" che si spera di non incontrare più nel nostro cammino di uomini liberi, nella speranza che siano anche di monito e di saggezza alle future generazioni che attualmente vivono nella democrazia e nella libertà.


(20) G.U. del Regno d'Italia nO 32, Giovedì 7 febbraio 1946.
(21) Tartamella, E. - Trapanesi alle urne 1946-1980. Trapani, 1981


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La Koinè della Collina
Associazione Culturale
Paceco
2005







Ringrazio l'amico
Vito Accardo
per avermi
fatto conoscere
questo libro







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