Alberto Barbata


la copertina del libro

- la copertina -
Piazza vitt. emanuele
monumento
ai caduti
e chiesa madre,
foto del 1938
del Cav.
Ignazio Montalto




Un vivo ringraziamento
al Cav. Vincenzo Montalto
di Castelvetrano,
per aver consentito la pubblicazione delle immagini di Paceco scomparsa, tratte dall'archivio del padre, Cav. Ignazio.



Al Cav. Emilio Curatolo
un particolare ed affettuoso grazie per le immagini fornitemi del ventennio fascista.

Archivio culturale di Trapani e della sua provincia

L'AUTONOMIA PERDUTA E RITROVATA
di Alberto Barbata


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Appendice
LA GUERRA DEI CONFINI

L'esame dei confini delle terre dei Fardella è utile per delimitare e determinare quello che poi sarebbe stato il territorio di pertinenza istituzionale del Comune di Paceco. Il Comune verrà costituito nel 1812, con un territorio la cui entità geografica, ascendente a salme 1182, traeva diretta origine dal retaggio feudale dei Fardella, ovvero con le terre urbane e rurali che avevano fatto parte del territorio dello "Stato di Paceco", cioè del suo Principato.
Tuttavia la citata delimitazione non è comprensibile se non ci si rifà ai confini della parte principale della proprietà fondiaria dei Fardella, prima della fondazione della nuova città, che erano quelli della Baronia e poi Marchesato di San Lorenzo la Xitta, nucleo fondamentale delle cui pertinenze faceva parte integrante anche l'altura di tufo su cui sorgerà il "novum oppidum", come lo definisce graziosamente Rocco Pirri nella sua Sicilia sacra. Il suo toponimo antico è "terra delle Mendule", odierna Costa di Mandorla, per le vaste coltivazioni che vi sorgevano di mandorli(4). Invero, faranno parte integrante del territorio del nuovo Comune anche le vaste saline di proprietà della famiglia, lungo il litorale trapanese, nonchè larga parte del litorale tirreno della città falcata, ovvero la spiaggia di San Giuliano con la sua antica tonnara, che dagli ultimi Fardella e Statella, eredi dei principi di Paceco, passerà per dote ai principi Borghese di Roma, che venderanno l'intera proprietà, agli inizi del sec. XX, ad una società trapanese di conservazione del pesce. E tale rimarrà la delimitazione del Comune di Paceco, fino alla promulgazione, da parte del presidente della Regione Siciliana, della legge regionale n. 39 del 17 marzo 1979 che rettificherà i confini con la città di Trapani. Saranno aggregati al Comune di Paceco 1835 ettari circa appartenenti al Comune di Trapani, che costituiranno una nuova area di espansione, in larga parte rurale, e che serviranno a ride finire, tuttavia, la cintura, da sempre asfittica, del centro urbano.
Trapani, con la sua nuova delimitazione territoriale, acquisirà parte delle saline sul litorale, facenti parte della frazione di Nubia, e finalmente San Giuliano, con la sua spiaggia(5).
Le osservazioni e l'excursus storico della "guerra dei confini" di Paceco con la vicina città di Trapani sono fondamentali per potere comprendere non solo la nascita del nuovo borgo feudale, ma anche a chiarire le molteplici problematiche sorte, lungo il corso dei quattrocento anni di storia del Comune, sia di natura socio-economica che politica.
Dalla documentazione d'archivio, attraverso gli atti notarili riguardanti la famiglia Fardella(6), ricaviamo che nella seconda metà del secolo XVI già quasi tutto il territorio a sud-ovest di Trapani, compresa larghissima parte delle saline, apparteneva alla famiglia Fardella di San Lorenzo. Infatti la Baronia di San Lorenzo la Xitta, di cui facevano parte anche le sciare e le rocche tufacee su cui sorgerà il nuovo paese, era compresa entro i seguenti confini: "item baroniam et terram santi Laurentij la Città cum eius castro stantijs domibus loherijs territorijs marcatis terris xaribus iuribus et pertinentijs suis universis cum suo integro statu iurisditionibus ad eam spettantibus et pertinentibus, existentem in Valle Mazarie et in Contrada sic ditta di la Xitta confinatam cum littore mari cum via per qua itur ad civitatem Salem cum baronia fontis salsae cum marcatis di li petri tagliati cum vinealibus di Misiligiafari et di lo Castillazzo et aliis confinibus"(7).
Da questa descrizione si evince che soltanto alcune terre a vigneto di Misiligiafari e dell'odierno Castellaccio non appartenevano ai Fardella di Paceco, alla fine del Cinquecento, in quanto proprietà dei baroni Abrignano.



Panorama Sud-Ovest di Paceco, visto da Giacante (1956).

Per vicissitudini familiari della famiglia Abrignano, erede già dei Bandini ed altre famiglie patrizie, dopo diverse concessioni enfiteutiche ai Lo Valvo, i Tipa ed altri, le sopracitate terre e parecchiate finiranno poi, alla fine del secolo XVIII, per essere aggiudicate agli Staiti e ai Fardella di Torrearsa(8).
Ecco perchè è facile dedurre che uno dei confini naturali dell'antico Principato e poi del Comune era costituito, a nord e a sud-est dell'abitato, dall'odierna via Seniazza, nei pressi della contrada detta "Comuni", quest'ultima dal principe di Paceco concessa ai nuovi abitatori, quale terra libera per il legnatico. E questo confine costituirà poi, per circa due secoli, uno dei confini di Paceco con Trapani, recando angustie non solo territoriali al Comune. L'esempio riportato può essere ripetuto anche per altri confini del territorio urbano, come quello di nord-est, lungo la via Acqua Bona, ed anche quello con Xitta.
Quest'ultima riuscirà a divenire libero Comune nel periodo borbonico, facendo parte tuttavia del circondario di seconda classe di Paceco. La sua libertà comunale sarà soppressa nel 1868 ed il suo territorio aggregato a quello del Comune di Trapani.


(4) Pirro, Rocchus - Sicilia sacra disquisitionibus e notiis illustrata, Palermo, apud Joan Bapt. Maringum, 1630. A.S.P. Protonotaro del Regno, Processi d'investitura, vol. 487, c. 90 (Licentia habitandi feuda seu terra delle Mendule concessa nel 160 7 a Placido Fardella).
(5) Legge regionale 17 marzo 1979, n. 39 in G.U.R.S. 20 marzo 1979, n. 13, approvata dall'Assemblea regionale siciliana e promulgata a firma del presidente Piersanti Mattarella.
(6) Albero Genealogico della Famiglia Fardella della invittissima e fedelissima Città di Trapani, a cura di Alberto Barbata. Paceco, 1995 (Ms. presso l'autore).
(7) A.S.T., Notai defunti, Not. G.v. Vitale, vol. 9903 bis, anno 1595.
(8) Barbata, A. - La Torre di Misiligiafari. Palermo, 2005.



SIGLE
A.S.C. = Archivio Storico Comunale - Paceco
A.C.S. = Archivio Centrale dello Stato - Roma
B.C. = Biblioteca Comunale - Paceco
C.P.C. = Casellario Penale Centrale - Roma (in A.C.S.)
G.U. = Gazzetta Ufficiale


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La Koinè della Collina
Associazione Culturale
Paceco
2005







Ringrazio l'amico
Vito Accardo
per avermi
fatto conoscere
questo libro







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