Archivio culturale di Trapani e del1a sua provincia
Calatafimi e Garibaldi di Carlo Cataldo


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CALATAFIMI E GARIBALDI

Saggio storiografico commemorativo
sulla battaglia di Pianto Romano (15 maggio 1860)


UNA SCOLARESCA DI CALATAFIMI SOLLEVA IL "CASO BAIGUERA"

Il 14 gennaio 1986, il "Giornale di Brescia" pubblicava un articolo di Piero Gasparini, con titolo sensazionistico: Gardone Valtrompia scopre di avere un eroe sconosciuto. Baiguera, chi era costui? Storia di un garibaldi1lo morto a Calatafimi e misteriosamente scomparso dalla memoria dei suoi concittadini. - Lettera da una quinta elementare siciliana.

Articoli sul Baiguera, apparsi su giornali bresciani.

L'articolista così riferiva l'apertura di un "caso Baiguera", provocato da una scolaresca con la richiesta di notizie sul patriota valtrumpino: "Una mattina, nel vecchio edificio delle scuole elementari di Gardone centro, capita in un'aula il direttore didattico. Porge una lettera al maestro Giuseppe Bertoletti e, senza tanti preamboli, gli dice: "Lei insegna in una classe quinta e conosce senz'altro meglio di me la storia locale, perciò mi faccia la cortesia di corrispondere lei a questa scolaresca". Lusingato e nello stesso tempo incuriosito, il maestro Bertoletti toglie dalla busta già stracciata un foglio di quaderno, che dice più o meno così: "Siamo scolari della quinta elementare di Calatafimi. Gradiremmo conoscere con quali monumenti, vie, piazze, la cittadinanza gardonese ha voluto onorare la memoria dell'illustre concittadino Crescenzio Baiguera che, al seguito del generale Garibaldi, partecipò alla famosa spedizione... ecc. ecc."
Il maestro non nasconde di aver provato al momento un certo imbarazzo o dispetto, perchè quel nome gli risultava assolutamente nuovo, pure essendo egli giustamente reputato un conoscitore della storia cittadina valtrumpina. Così non ebbe il coraggio di rispondere ai piccoli studenti dell'estremo sud della penisola, dicendo loro che il Crescenzio Baiguera in questione era come il filosofo Carneade di manzoniana memoria; perciò cestinò la lettera ripromettendosi però di condurre una ricerca storica sul personaggio citato.
Consultò così alcuni libri di storia del Risorgimento, dai quali risultò, senza ombra di dubbio, che un tal Crescenzio Baiguera, modesto operaio di Gardone V.T., alla non verde età di trentotto anni aveva effettivamente seguito Garibaldi nella storica impresa e col sacrificio della vita aveva forse coronato il suo sogno di rendere l'Italia libera ed una (...), secondo quanto ricorda Giuseppe Bandi (...).
Siccome non risulta che a Gardone il nome del Garibaldino sia noto e tantomeno che in passato si sia fatta di lui pubblica menzione e gli siano state riservate solenni onoranze funebri, il maestro Bertoletti ritenne opportuno fare delle indagini d'archivio, ma tra le numerose "camicie rosse" gardonesi del periodo risorgimentale Crescenzio Baiguera era (e resta) il grande e ingiustificato assente".
Il Gasparini così conclude: "Sono stati scomodati tanti personaggi illustri cui intitolare strade, piazze e monumenti; possibile che non resti, nella cittadina valtrumpina, neppure un vicoletto, per onorare, seppur tardivamente, anche un antico garibaldino gardonese?".

* * *

Sullo stesso "Giornale di Brescia", quattro giorni dopo, il Gasparini pubblicava un altro articolo intitolato: Ritrovata lettera che fa uscire dall'oblio un eroe di Gardone Valtrompia. Giulio Baiguera, garibaldino dimenticato mori da eroe nella battaglia di Calatafimi.
Dopo aver accennato al fatto che "una quinta elementare di Calatafimi ha fatto nascere il problema «Baiguera» con la sua richiesta, alle scuole elementari locali, di avere notizie con quali monumenti, vie o piazze la cittadina armiera ne avesse onorato la memoria", l'articolista aggiunge: "Il sig. Amore Taricco, proprietario di una oreficeria a Gardone (...), sollecitato dal nostro articolo del 14 scorso e avendo la mamma di nome Baiguera", ha scoperto tra i documenti di famiglia una lettera (originale) datata 9 luglio 1862, prot. n. 907 del Municipio di Gardone, a firma dell'allora sindaco Luigi Moretti ed indirizzata al bisnonno materno del sig. Taricco, Giulio Baiguera, fratello di Crescenzio, con cui lo si informa che "la Commissione per la Medaglia della prima spedizione in Sicilia" fra breve avrebbe spedito al Comune "la Medaglia, il Brevetto, nonchè la relativa autorizzazione ministeriale, spettante alla famiglia del volontario Baiguera Crescenzio, rimasto ucciso sul Campo di Calatafimi".
Il Gasparini, "non nascondendo la soddisfazione di avere contribuito a ricreare un angolo di storia locale", conclude tornando a chiedere "se non resti, nella cittadina valtrumpina, neppure un vicoletto per onorare, seppure tardivamente, un antico garibaldino gardonese".
Nell'intitolazione dell'articolo va riscontrato l'infortunio (ma non sarà l'unico) del nome Crescenzio, divenuto, per un evidente "lapsus", Giulio.
Ma perfino un benemerito studioso, come l'Agrati (p. 329), incorre nell'errore di attribuirgli il nome Carlo.




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Proprietà letteraria
riservata all'Autore


Ringrazio l'amico
Salvatore Gallitto
per il suo vivo
e sincero amore
per il prof.
Carlo Cataldo













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