Alberto Barbata


la copertina del libro

- la copertina -
Piazza vitt. emanuele
monumento
ai caduti
e chiesa madre,
foto del 1938
del Cav.
Ignazio Montalto




Un vivo ringraziamento
al Cav. Vincenzo Montalto
di Castelvetrano,
per aver consentito la pubblicazione delle immagini di Paceco scomparsa, tratte dall'archivio del padre, Cav. Ignazio.



Al Cav. Emilio Curatolo
un particolare ed affettuoso grazie per le immagini fornitemi del ventennio fascista.

Archivio culturale di Trapani e della sua provincia

L'AUTONOMIA PERDUTA E RITROVATA
di Alberto Barbata


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L'Autonomia perduta e ritrovata

"Benissimo, Avvocato. Si ricordi, l'Istituto prefettizio è una garanzia per la libertà e la democrazia. Chi altrimenti ciancia, dico ciancia, è fautore del caos e dell'eversione."
"Un Comune eversivo è sempre amministrato male".

(Da "Autorizzazione spesa cattura cani randagi" di Mino Blunda, Premio Pirandello 1973)


La prima metà del secolo XX, con i suoi accadimenti ed episodi, costituisce senza ombra di dubbio, un periodo tra i più importanti della storia di Paceco, paese solare di contadini, posto su di un'altura tufacea, di fronte alle isole Egadi, alta 36 metri sul livello del mare, appena percettibile sulla pianura, alle spalle dell'antica Drepanum.
Il paese, un tempo dall'aspetto iconografico inconfondibile, per i suoi tetti aguzzi e muschiati, è stato la porta di entrata degli antichi feudi, granaio del territorio.
Divenuto, nel breve giro di due decenni, epicentro e sede di importanti società cooperative, a somiglianza della Romagna, fu visitato da giornalisti famosi per le sue spiccate vocazioni agricole e per la sua capacità di aggregazione sociale, intorno a idee e momenti progressisti della democrazia italiana.
Dal 1923 in poi e per circa un ventennio, a seguito dei grandi avvenimenti che sconvolsero la politica nazionale, il paese perdette, momentaneamente, la sua identità culturale e politica, in un progressivo decadimento che ne distrusse le attività produttive e sociali, con la fine della cooperazione e della sua classe dirigente, costretta a vivere nascosta e vilipesa, in attesa di eventi futuri e di riscatto.
Gli eventi municipali che faranno parte di questo studio, si dipartono dal dicembre del 1923, anno della fine dell'ultima amministrazione, eletta democraticamente nel 1920.
Occorre attraversare il periodo delle ultime elezioni politiche, avvenute nell'aprile del 1924 ed una fase di assestamento del Regime, segnata da manifestazioni patriottiche combattentistiche e di partito, all'insegna della retorica, per arrivare a momenti cruciali che segneranno come un marchio indelebile la vita del paese e dei suoi cittadini.
Per ritrovare, tuttavia, le tracce del problema dell'autonomia comunale, è necessario percorrere la vita amministrativa del paese, verso la fine degli anni venti.
L'avvenimento più importante del 1928 riguarda, infatti, un provvedimento previsionale della Prefettura di Trapani, a firma del Prefetto Edoardo Salerno, datato 12 aprile 1928, prot. 6626, con oggetto: "Revisione circoscrizionale territoriale del Comune di Trapani". La nota è indirizzata sia al Podestà di Paceco che al Commissario prefettizio di Monte San Giuliano. Per ragioni di chiarezza e di storicità ne riportiamo l'intero testo. Scrive il Prefetto testualmente: "Come V.S. ben sa, è mia intenzione provocare da parte del Governo del Re il provvedimento di aggregazione a questo Capoluogo del Comune di Paceco con tutto il suo territorio e di rettifìca della circoscrizione amministrativa tra il Comune di Trapani e quello di Monte S. Giuliano con aggregazione a Trapani di quelle frazioni del Comune di Monte S. Giuliano che, per ragione d'indole amministrativa, commerciale e topografica, sarebbe ormai opportuno passassero a far parte del territorio di questo Comune Capoluogo. Ragioni importantissime consigliano l'adozione del provvedimento, quali, oltre quelle sopra cennate, quelle di una maggiore capacità, da parte dell'Ente amministrativo territorialmente ingrandito, nell'attrezzatura dei pubblici servizi, nell'esecuzione di opere pubbliche, nel miglioramento delle condizioni igieniche, nello sviluppo economico in genere ed agricolo in particolar modo.
Per una più completa istmttoria della proposta che intendo avanzare al Governo del Re e per una più profonda cognizione degli elementi utili di giudizio, prego VS. di volermi urgentemente far tenere il proprio parere al riguardo"
.(1)
L'argomento è nuovo e vecchio al tempo stesso e si ripete fino ai nostri giorni, soprattutto per l'attuale Comune di Erice, del quale si è auspicata non solo una rettifica territoriale da tempo, ma anche ora una fusione con la città di Trapani.
Come si vedrà più avanti, il Governo fascista riuscirà ad averla vinta con il Comune di Paceco, paese di tradizionali origini contadine e divenuto nel tempo prima del fascismo un Comune sov­versivo, "rosso", pericoloso secondo la concezione politica del periodo, ai disegni del Regime. Con il Comune di Monte San Giuliano, i cui interessi erano diversi, legati anche alla grande proprietà fondiaria delle ricche famiglie trapanesi, il Regime non riuscirà nel disegno, E la storia si ripete, anche per diverse nuove esigenze, legate soprattutto alla forte emigrazione della popolazione trapanese verso le falde del Monte, fino ad oggi, in un'attesa snervante e nella mancata chiarezza relativa alle vocazioni della antica città ericina. Gli interessi politici della classe dirigente trapanese, sul territorio dell'antico Monte, sono ancora di rilevante importanza. Si resta in attesa di nuovi disegni, nuove prospettive e nuove macchinazioni politiche.
Ma il 19 aprile del 1928, anno sesto dell'era fascista, con prot. n° 23 di gab., il Podestà Blunda scrive a S.E. il Prefetto di Trapani la seguente nota, il cui testo recita testualmente: "In esito alla nota mntrosegnata mi pregio comunicare che il preventivo di aggregazione di questo Comune al Capoluogo incontra da parte di questa popolazione vivissima ostilità. A parte le ragioni sentimentali della perdita dell'autonomia comunale, questa popolazione si preoccupa della maggiore tassazione e degli oneri che verrebbero a gravare su di essa, in prevalenza dedita all'agricoltura. Il bilancio comunale, non gravato di oneri passivi, permette di poter soddisfare tutti i pubblici servizi senza aggravare il contribuente".(2)
Gli anni trenta trascorreranno, per il paese, in un clima di euforia, per le grandi realizzazioni del regime che sarà impegnato nella costruzione del nuovo grande edificio scolastico e nel completamento della piazza, ma l'argomento dell'autonomia ritornerà nuovamente di attualità, in seguito ai disegni politici della classe dirigente trapanese e della Prefettura.


(1) A.S.C. Carpetta del Podestà - Gab. Anno 1928.
(2) A.S.C. Carpetta del Podestà - Gab. Anno 1928.


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La Koinè della Collina
Associazione Culturale
Paceco
2005







Ringrazio l'amico
Vito Accardo
per avermi
fatto conoscere
questo libro







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