Archivio culturale di Trapani e della sua provincia

L'odore della cera - di Giovanni Cammareri


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PRESENTAZIONE


Trapani: Immagine dei Misteri (V. Alagna)

Quando il direttore di Monitor, o meglio l'amico Salvatore Vassallo mi propose di raccogliere alcuni miei articoli riguardanti taluni appuntamenti tradizionali, che con qualche eccezione rappresentano il mio ambito di lavoro al giornale, era ancora estate.
Accolsi con entusiasmo la lusinghiera proposta. E cominciai a riflettere. A pensare cioè agli articoli da selezionare.
Niente polemiche, dissi subito a me stesso. Poichè non di rado il mio atteggiamento nei confronti di certe feste o di certi loro aspetti risulta, lo ammetto, abbastanza critico. Non per partito preso, però. Chi mi conosce lo sa. Per preoccupazione, semmai, questo sì.
Guardo processioni e feste da quando sono nato. Giro fin dove posso l'universo festivo senza avere mai riposto entusiasmi faziosi all'ombra di questo o quel campanile.
Purtroppo però, col tempo, mi è toccato constatare che molte feste sono cambiate, altre stanno cambiando, qualcuna addirittura è morta. Triste e veritiero.
Allora le mie polemiche hanno il solo scopo del tentativo: indurre almeno a una riflessione, a una improbabile presa di coscienza da parte di chi ritiene di detenere queste benedette feste, assurgendo al ruolo incontestabile e inattaccabile di "organizzatore".
Per questo scrissi Primo passava san Giuseppe, vana illusione dell'irriducibile idealista.
Finita l'estate scelsi finalmente i pezzi, cercando di privilegiare quelli per così dire informativi, contenenti notizie sulla festa e allo stesso tempo maggiormente staccati dalla cronaca vera e propria. Inevitabilmente, essendo appunto articoli giornalistici, ciò non poteva, già in partenza, risultare totalmente possibile.
Certo, avrei potuto modificarli, aggiustarli, renderli perfino più accattivanti. Ma sarebbe stato come snaturarli dalla loro essenza di estemporaneità legata al momento in cui vennero scritti. La linea condivisa anche dal direttore è stata, come del resto era immaginabile, quella di mantenerli esattamente così com'erano evitando inutili mistificazioni. Entrambi abbiamo poi scelto e condiviso la sequenza di questi pezzi, in totale diciotto, scritti fra il 2004 e il 2007, ordinandoli infine cronologicamente all'interno dell'anno solare.
L'altra possibilità sarebbe stata la struttura dell'anno liturgico, analogamente a come avevo fatto in Primo passava San Giuseppe. Ciò avrebbe imposto iniziare da un articolo per così dire, natalizio, per concludere in autunno. E sarebbe stato comunque abbastanza corretto.
Se non che, in fin dei conti, la scansione temporale della gente finisce col prendere l'anno solare come punto di riferimento quasi imprescindibile e, gira e rigira, le feste finiscono con l'ordinarsi da gennaio a dicembre.
Per questo apre la serie "Il vero Santo Patrono", ossia quel san Sebastiano devotamente, calorosamente venerato e festeggiato nella Sicilia orientale, quasi sconosciuto, praticamente ignorato in quella occidentale. L'albero della Vita, ossia alcune notizie riguardanti l'albero di Natale, la conclude.
Inevitabilmente però, e la cosa alla fine non mi è dispiaciuta perchè da un punto di vista personale, intimo, ha finito con l'evocarmi il profumo particolare di qualche ricordo, taluni articoli rimangono per così dire datati, legati a un giorno preciso di un particolare anno. L'odore della Cera, per esempio.
Anno 2006. Catania. Festa di Sant'Agata. La più apprezzata, la più amata (parlo a titolo personale), la più partecipata, la più autentica fra le feste siciliane. Ma fu quello l'anno di una pioggia tanto irriguardosa da costringere a concludere i festeggiamenti anzitempo.
Di questo, inevitabilmente, dovetti anche parlare. E alla luce di quasi due anni trascorsi, la rilettura dell'articolo mi ha dato la sensazione di rincontrare un momento in qualche parte della mente incagliato; immagini nitide, ricordi filtrati da un lasso di tempo che adesso li rende persino leggeri, gradevoli. Nonostante tutto. Magia delle distanze.
Sugli atteggiamenti critici invece... bè, qualche spunto è scappato. Raro, quasi inevitabile. Prendi la conclusione de "Il Cavaliere e la Dama": per quale ragione Heeloween sta soppiantando le nostre belle, ma più che belle, nostre, usanze?
Per il momento rispondetevi da soli, se lo preferite, ma riflettiamo, amici conterranei, figli della stessa terra. Il sapore dei testamenti traditi è sempre amaro, la perdita delle radici che ne consegue è una fatto gravissimo, irrimediabile. Un popolo privo di identità culturali è come un albero rinsecchito. Per questo non troverete nulla, per esempio, della processione dei Misteri di Trapani. Non ho mai scritto un solo articolo che la esaltasse. Eppure avrei preferito scriverne tantissimi. Perciò meglio fermarsi a "I Venerdì di Quaresima", le "scinriute", bene o male momenti ancora vivibili e perfino rivalutati sotto il promo dei contenuti religiosi. E in modo diciamo "provocatorio", nell'imminenza della Pasqua 2006 scrissi "La Pasqua degli altri", proponendo quasi una fuga da Trapani fornendo notizie sulle cerimonie appunto pasquali e della Settimana Santa nell'Isola.
La genuinità della intima e toccante cerimonia della Deposizione, il Venerdì santo nella chiesa di Santa Maria di Gesù ne "La discesa dalla Croce", e la semplice e genuina processione di san Francesco di Paola, in "Santo Padre e Protettore" aggiustano le cose in città.
Appena più lontani le feste più calorose, forse più entusiasmanti. Soprattutto d'estate.
"L'estate dei miracoli" è uno dei miei articoli preferiti, tentativo di sintesi su feste per lo più patronali, numerosissime, fra luminarie e gole squarciate da evviva a non finire, fumo e fragori di moschetterie che squassano l'aria, rimbombano da paese a paese. Da Palazzolo Acreide a Novara di Sicilia a Giarratana. Rispettivamente per san Paolo, l'Assunta e san Bartolomeo.
Infine Dicembre. Affatto parsimonioso di feste. Dalle raccolte celebrazioni salemitane dedicate a san Nicola, a santa Lucia, a Siracusa.
A Termini Imerese invece, il più complesso cerimoniale isolano riservato all'Immacolata Concezione, Patrona della Sicilia, che partorirà "La Luce del Mondo" (pregnante titolo del penultimo pezzo) a Natale.
Ed esattamente da li, prima dell'arrivo del nuovo anno, avrei potuto incominciare.

Giovanni Cammareri




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