Archivio culturale di Trapani e della sua provincia

L'odore della cera - di Giovanni Cammareri


pagina precedente

pagina successiva

SANTO PADRE E PROTETTORE - Monitor n° 12 - 8 aprile 2005


Trapani: Anni '30. Uscita di san Francesco di Paola (Coll. Cammareri)

La notte è decisamente elettrica. I grossi ceri, ridotti ormai a poca cosa, accrescono la mole del santo.
Silenzio.
La piazzola è gremita, eppure l'unica cosa che si sente è un martello che picchia su qualche parte della vara. Sono iniziate le operazioni di rientro. E certuni gironzolano come avvoltoi per catturare un posto sotto le aste. Costi quel che costi.
A un tratto tutto sembra ricominciare improvvisamente, i musi canti riattaccano con le solite marcette, i musichi di Santu Patri, mentre, rimossa la pesante vara da un carrello che quasi aveva tarpato le ali alla festa religiosa più viva in città, il santo ricomincia a danzare. Avanti e indietro, così, rapidamente, se si potesse anche per tutta la notte.
Invece, quando l'enorme peso renderà esausti quegli uomini intrisi di cera, devozione e sudore, saranno essi stessi a sancire la resa. Imboccano perciò la pedana di legno che separa la strada dall'antro del tempio e immediatamente giungono sulla soglia, dove le punte dell'aureola sfiorano l'architrave. In molti allora applaudono, altri sfruttano la scia aperta dal fercolo eludendo qualche carabiniere che tenta di fermarli. Loro però, non ne vogliono proprio sapere di troncare quel contatto magico e rassicurante con Santu Patri così presto. Come se la processione non fosse durata abbastanza. Ma quel ricominciare improvviso però, è sempre davvero illusorio.
Il mercoledì successivo Santu Patri ritorna al suo posto, in un rinnovato trionfo di mani e fazzoletti. Poi, per i rimanenti giorni dell'anno, sarà una scaletta in pietra retro stante l'altare a rendere possibile nuovi contatti. Soprattutto di venerdì, giorno a lui dedicato. E al Padre Crocifisso venerato a S. Domenico.
Il venditore di ricotta questo lo sapeva, e una volta la settimana lasciava la sua bancarella alla chiaiJ{a per il suo giro devozionale.
Prima andava a Santu Patri poi a S. Domenico.
Perché è più importante del Padre Crocifisso, rispose sicuro a padre Pepè, rettore a S. Domenico, che lo aveva atteso sui gradini della chiesa. Intendeva dissipare i suoi dubbi per quella strana sequenza. Santu Patri prima; il Crocifisso, dopo.
Gerarchie discutibili, se vogliamo, ma Trapani è città di mare e San Francesco di Paola della gente di mare ne è patrono.
Quanti pescherecci ne portano il nome e quanti più numerosi erano nei giorni in cui ogni casa, ogni entrata, ogni putia, soprattutto nelle vie Mercè e Giudecca, tenevano esposto in una apposita nicchia un Santupatruzzu. Le statuette riproducevano le fattezze di quello vero fatto dal Tartaglia nel 1729. Per lo più rossa la fascia, immancabile il bastone, speranza e paura dei devoti: il bastone che protegge, il bastone che punisce.
Già, perché alcuni affermano di averle prese, nelle notte, da quel bastone. Anche se nessuno si è poi lagnato più di tanto riconoscendo i propri torti, le proprie mancanze: troppi vennari senza fargli visita, qualche mancato saluto alla statuetta nell'androne di casa, una promessa di voto non mantenuta, una ignobile bestemmia. Magari come quella del ricuttaro. Supportava la supremazia del suo santo preferito sostenendo che, entràto in paradiso, quello non si era tolto neanche il cappuccio. Chi gliela aveva detta, questa cosa, non è dato da sapere, ma lui la raccontava convinto a padre Pepè il quale, in un impeto di calcolata provocazione esclamò: vastasu!
Il devoto commerciante rimase esterrefatto per quella licenza impensabile.
E lei ci rici vastasu a santu Patri!? non poté esimersi dall'esclamare.
Perché, soggiunse il prelato, quando lei entra in casa d'altri il cappello non se lo toglie?
Non so se l'uomo comprese, ma l'ordine solito del suo credo rimase immutato.
Altri tempi, non c'è dubbio, tuttavia i venerdì resistono; scinnuta, processione e acchianata rimangono emotivamente sentite e partecipate e, a proposito, causa lavori di restauro da effettuarsi sulla taumaturga statua, per quest'anno sarà proprio quell'entrata che mozza il fiato a concludere ogni cosa.



pagina precedente

pagina successiva









E-mail e-mail - redazione@trapaninostra.it