Archivio culturale di Trapani e della sua provincia

L'odore della cera - di Giovanni Cammareri


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GLI SPIRITI DI MAGGIO - Monitor n° 17 - 5 maggio 2006


Aidone: San Filippo

Approfitto di questo primo Monitor di maggio per consentirmi un dissertare leggero sul mese appena iniziato. Usanze ad esso legate suggeriscono una sorta di vademecum culturale legato alla nostra terra e ai suoi ricordi.
Tanto per cominciare, qualcosa da catalogare tra il solitamente suggestivo, ma allo stesso tempo, diciamolo pure, da legare alle ingenue, ataviche credenze del nostro popolo e ancor di più all'indubbio fascino delle fantasticherie, avverrebbe proprio nei primissimi giorni del mese.
Giuseppe Pitré riferisce una singolare credenza legata al vento che generalmente soffia in tali giornate. Bene, sono i diavoli. A partire dal primo giorno del mese agitano l'aria in modo più o meno veemente. L'antitodo per proteggerci dalla malvagità di questi esseri, sembra possa essere l'aglio.
I diavoli infatti, dotati di olfatto sensibilissimo, detestandone l'odore si allontanano repentinamente da coloro che avendone mangiato qualche spicchio non alitano certo di odori a loro graditi.
Il Mongitore conferma un po' il problema riferendo che ad Agira, paese di san Filippo, detto San Filippazzu 'u Niuru, cresce una pianta chiamata Erba di San Filippo oppure albero croce-croce per via delle sue frondi a forma di croce appunto O, ancora, caccia diavoli, in considerazione delle presunte virtù scacciamali contenute dall'erba. A Palermo i frati della chiesa di S. Filippo (oggi non più esistente) se ne procuravano in gran quantità distribuendola ai devoti il 12 maggio, giorno della festa.
San Filippo del resto pare abbia uno stretto legame con i dèmoni. Il colore della sua carnagione, dalla quale scaturisce il confidenziale, amicale attributo prima espresso, ne è la prova inconfutabile, conseguenza delle sue impavide battaglie contro il male. Fa egli parte di quei santi dotati di taumaturghi poteri contro le entità demoniache, molto spesso inseguite fino nelle profondità degli inferi. Ovvio come poi, essi ne vengano fuori anneriti. Basti guardare il nerissimo volto del simulacro di Aidone (protettore degli ossessi, degli alienati, degli affetti da arcane o inguaribili malattie) condotto in processione giusto il primo maggio.
U sanza altrettanto singolare, ormai desueta, era invece il viaggio a pedi torti da parte delle educande del convento di S. Chiara a Palermo, il 17 maggio. In onore di una tale santa Restituta, le ragazze avviavano il pellegrinaggio storcendo, in segno di penitenza, i piedi all'indietro. Pare che la scena si prestasse a forme di ilarità, motivo per il quale, nel 1911, il viaggio venne effettuato per l'ultima volta.
L'Ascensione, quest'anno il 28, era giorno di scampagnate, generalmente al mare. Era soprattutto il primo bagno della stagione in un'acqua ritenuta benedetta. Ma la giornata estrinsecava soprattutto il forte legame tra due primordiali elementi della natura, garanzia di lavoro e dispensatori dei prodotti necessari alla sopravvivenza, cioè alla vita.
A Favarotta, vicino Terrasini, prima del tramonto i contadini usavano mettersi in barca per poi lavarsi le mani e il viso con l'acqua salmastra, mentre i contadini del Messinese scendevano in spiaggia dove inginocchiati cantavano ogni volta che un'onda si infrangeva sulla battigia. Alla nona onda cessavano il canto. Ti salutu fonti di mari! Cca mi manna lu Signuri;
Tu m'ha dari lu tò beni, iu ti lassu lu mè mali. E ogni volta che venivano ripetute queste parole raccoglievano un pugno di sabbia. Tornati nei villaggi la gettavano sui tetti di coloro che allevavano bachi da seta dicendo così: setti livari 'a cannizza ossia: che ogni canniccio nel quale vengono tenuti i bachi possano produrre sette libbre di seta. Ancora propiziazione, quindi. E di cosa, del resto, ha bisogno l'uomo? A tal proposito, proprio il 26 maggio, marinai e rais dovevano essere pronti a far mattanza. La pesca veniva complessivamente regolata dall'8 dello stesso mese all'8 del successivo e dallo stesso numero otto. Magia dei numeri! Sarebbero otto le giornate di abbondante e sperimentata pesca nelle tonnare; 1'8, il 18 e il 28, le migliori.



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